La Farmacia dei servizi si appresta a diventare realtà anche in Lazio. La Regione, infatti, ha pubblicato sul Bollettino ufficiale n. 95 del 26 novembre 2019 gli indirizzi operativi per partire con la sperimentazione. Tra i primi passi, l’individuazione delle «procedure operative per la sperimentazione dei servizi svolti dalle farmacie di comunità in linea con quanto previsto dal tavolo nazionale per la farmacia dei servizi», poi «elaborazione di un progetto condiviso con le associazioni di categoria delle farmacie di comunità per il monitoraggio dell’aderenza terapeutica e per i servizi di screening del colon-retto», ed infine la «valutazione dei dati di consumo/aderenza e analisi dell’impatto al termine della sperimentazione». Dopo Puglia e Campania, dunque, anche le farmacie presenti sul territorio laziale potranno entro qualche mese veder remunerata la propria attività professionale non sulla base dei beni scambiati ma sulle competenze erogate.

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Vittorio Contarina, presidente di Federfarma Lazio, esprime la propria soddisfazione, commentando a FarmaciaVirtuale.it che «la Farmacia dei servizi farà emergere tutte le potenzialità dei farmacisti e delle farmacie sul territorio. Se noi attraverso gli screening, campagne di aderenza e prevenzione, dispensiamo salute ma allo tesso tempo facciamo risparmiare soldi allo Stato, allora questo capirà che i farmacisti sul territorio non sono una spesa ma un investimento». D’altro canto, puntualizza il dirigente, «se i farmacisti crederanno in questo progetto, essi faranno emergere tutte le potenzialità della farmacia anche con lo scopo di fare luce sulle inefficienze del sistema. È chiaro – prosegue – che con la Farmacia dei servizi le attività non recupereranno ciò che ci è stato tolto come marginalità e come ricavi», nonostante ciò «possiamo recuperare professionalità», anche alla luce del fatto che, «come nella nuova remunerazione – conclude Contarina -, qui si punta alla remunerazione dell’atto professionale del farmacista, visto come professionista sanitario che ha la capscità di apportare valore al paziente, agendo non come singoli individui ma in ottica di sistema».

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