farmaci-mancantiCentinaia, migliaia le chiamate delle farmacie ai call center dei grossisti farmaceutici per sperare di ricevere un pezzo in più di qualche farmaco cosiddetto contingentato. Se prima a fare la differenza era il fatturato generato dalla farmacia, e quindi una farmacia con più alti fatturati aveva la possibilità di ottenere maggiori quantità a disposizione, si è arrivati ad un punto in cui i grossisti inviano quantità minime di farmaci solo per conoscenza diretta e come strumento di “fidelizzazione”.

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Numerose le segnalazioni, da parte dei farmacisti e delle associazioni territoriali, come dimostra l’analisi condotta da Federfarma Salerno e quella più recente di Federfarma Veneto, oltre che il recente intervento di Michele Di Iorio di Federfarma Napoli, circa l’effettiva permanenza della problematica sul territorio che stenta a risolversi.

Farmaci mancanti, le principali aziende

Tra le principali aziende a contingentare ricordiamo Bristol-myers squibb, Boehringer ingelheim, Menarini, Lundbeck italia spa, Sanofi-aventis, Pfizer e tante altre che limitano la circolazione sul mercato italiano a pochi pezzi per tipologia di prodotto.

Una situazione vergognosa, quella dei farmaci mancanti, del tutto trascurata da Ministero della Salute, AIFA, Farmindustria e dagli organi responsabili del controllo del corretto funzionamento della filiera, come se la problematica non arrecasse danno al sistema e come se gli stessi non fossero parte attiva dell’apparato. Le possibili soluzioni infatti si disperdono nelle maglie delle promesse di impegno e dei tavoli convocati, gli stessi che hanno l’obiettivo preciso di tenere a bada l’opinione pubblica e non di risolvere la problematica.

Nel frattempo i farmacisti sono costretti ad arrancare i pochi pezzi circolanti sul mercato chiedendo il “favore” all’amico o accaparrando confezioni con metodi “non covenzionali”, rischiando sulla propria pelle la scure di svalutazioni improvvise.

Farmacie causa della problematica?

Tutto ciò mentre la Grecia diligentemente ha introdotto un divieto temporaneo alle esportazioni parallele e mentre i soliti pochi, tra cui gli stessi farmacisti, lucrano sul vergognoso business dell’import export. E’ possibile infatti collegarsi al Ministero della Salute dare uno sguardo all’elenco dei siti logistici italiani, con un’impressionante sfilza di “farmacie” pronte per l’export.

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