farmaci contingentatiA inizio marzo 2014 è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto legislativo di attuazione della direttiva europea numero 62 “recante un codice comunitario relativo ai medicinali per uso umano, al fine di impedire l’ingresso di medicinali falsificati nella catena di fornitura legale”. Un provvedimento contenente misure sulla contraffazione dei farmaci, la vendita online, e anche contro la carenza di medicinali. Un fenomeno, quest’ultimo, a lungo dibattuto e che anche dopo l’approvazione del decreto non cessa di far discutere. Le misure volute dal Governo prevedono infatti che “non possono essere sottratti, alla distribuzione e alla vendita per il territorio nazionale, i medicinali per i quali sono stati adottati specifici provvedimenti al fine di prevenire o limitare stati di carenza o indisponibilità, anche temporanee, sul mercato o in assenza di valide alternative terapeutiche”. Un’azione di contrasto, insomma, alle situazioni di contingentamento dei medicinali, che da più parti vengono imputate alla pratica – è bene precisarlo, consentita dalle leggi comunitarie – del parallel trade, l’esportazione parallela, vale a dire il rastrellamento sul mercato nazionale per la vendita in Paesi nei quali il prezzo al pubblico è maggiore. La causa delle carenze secondo molti sarebbero dunque da ricercare nella filiera distributiva, ma c’è chi non ci sta con questa visione diffusa. È il caso, come già segnalato da FarmciaVirtuale.it, dell’Aip, Associazione italiana dei titolari di autorizzazioni all’importazione parallela dall’Europa, che attribuisce la colpa a una pluralità di cause, tra cui il contingentamento delle forniture, anche per limitare la distribuzione parallela, da parte delle aziende del farmaco. Posizione simile a quella di alcuni distributori, come So.Farma.Morra di Nola, che alcuni giorni fa ha inviato una lettera ai titolari di farmacia a proposito del decreto recentemente approvato. «Pur riconoscendo la bontà del fine – scrive l’azienda –, ci preme esporre alcuni dubbi sull’efficacia della normativa». Secondo So.Farma.Morra, infatti, «il decreto, focalizzandosi esclusivamente sulla parte distributrice della filiera, non riconosce che la principale motivazione delle carenze sul territorio proviene dall’irrazionale fornitura ai grossisti; ad oggi, la distribuzione del prodotto avviene secondo politiche discrezionali che in alcuni casi alimentano la carenza di servizio». L’azienda non ci sta a fare da capro espiatorio per responsabilità che ritiene siano altrui e ha informato i propri clienti di aver chiesto conto nelle sedi opportune. «Perché il rappresentante legale di So.Farma.Morra deve essere esposto a una miriade di segnalazioni alle autorità competenti se il prodotto non gli viene fornito nelle giuste quantità dal produttore?». E «perché non viene utilizzata e rispettata una distribuzione basata sulla logica delle quote di mercato come da statistiche, peraltro certificate IMS?». Questi i quesiti inviati, a cui il distributore chiede che venga data risposta. So.Farma.Morra fa anche nomi e cognomi: Pfizer Italia, e più in particolare Celebrex caps 200mg da 20 e Lyrica caps 100mg 21, caps 150mg 14, caps 150mg 56, caps 25mg 14, caps 300mg 56, caps 50mg 21, caps 75 mg 14, caps 75mg 56. «Riceviamo volumi di gran lunga inferiori ai nostri indici di assorbimento – afferma l’azienda –, pari a meno del 15% della quota di mercato del gruppo e del fabbisogno delle 5000 farmacie che quotidianamente ci preferiscono». «Detta percentuale», sostiene So.Farma.Morra, «viene interamente immessa sul mercato nazionale». Alle autorità competenti ora il compito di fare chiarezza.

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