Evoluzione delle nuove aperture di farmacie nel Paese, andamento delle catene di farmacie e ruolo dei farmacisti nel panorama attuale: sono i temi affrontati da Claudia Rocco, Senior Director, Offering & Operations presso IQVIA Italia, che offre uno sguardo sulle dinamiche correnti e future del settore, in un’intervista concessa a FarmaciaVirtuale.it. La situazione delle strutture aperte prima e dopo il decreto sulla concorrenza e il futuro del settore in termini di servizi offerti sono alla base dell’intervista, che propone una panoramica generale sulle affiliazioni ai network ma anche sul ruolo delle farmacie indipendenti.
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Qual è il trend corrente delle aperture di farmacie in Italia?
Abbiamo osservato un picco di aperture tra il 2016 e il 2019, con circa 430 aperture nel 2017 e 2018. Tuttavia, da lì, il numero è diminuito progressivamente, con 93 aperture nel 2022. Questo è principalmente dovuto all’incidenza del decreto “Cresci Italia” del 2012, che prevedeva di aggiungere 3.500 farmacie in tutto il Paese. Tuttavia, attualmente, vediamo una sorta di plateau, con ancora un saldo positivo di aperture, ma in calo.
Come crede che evolverà questo trend?
Non prevediamo un aumento significativo in futuro. Piuttosto, ci aspettiamo una stabilizzazione del trend. Ci sono ancora alcune aree che non sono state coperte, specialmente quelle meno economicamente sostenibili. Tuttavia, i concorsi straordinari stanno cercando di affrontare questa questione.
Qual è la situazione in altre parti d’Europa?
A differenza dell’Italia, la maggior parte degli altri paesi europei mostra un trend negativo in termini di aperture di farmacie, con eccezione della Spagna, che mostra un trend simile al nostro.
Come vede l’evoluzione delle catene di farmacie in Italia?
Le catene “reali” di farmacie, sia private che comunali, sia reali che di affiliazioni “strong”, rappresentano circa l’8% del totale e tendono ad avere un fatturato superiore del 25% rispetto alla media delle farmacie. Questo indica che le catene di farmacie stanno prestando attenzione alla dimensione e al posizionamento delle farmacie che vengono acquisite. Diventano catena reale, di proprietà, quelle farmacie che hanno un fatturato importante.
Come sono distribuite le catene di farmacie in Italia?
Si trovano prevalentemente al Nord, Nord-Ovest e Centro. Al Sud prevalgono le farmacie indipendenti e c’è una scarsa diffusione delle catene “reali”. I network di affiliazione “strong” sono maggiormente diffusi e coinvolgono farmacie di dimensioni medie, rappresentando circa il 12% del totale in numerica. Stimiamo che le catene strong, di proprietà e comunali, arrivino entro tre anni a rappresentare il 10% del totale in termini numerici.
Come vedete l’evoluzione delle catene di farmacie in termini di servizi offerti?
Vediamo che le catene di farmacie stanno prestando attenzione alla formazione del personale, sia sulle patologie più comuni e su come gestirle che sulle nuove tecnologie per la diagnostica. Stanno inoltre offrendo servizi aggiuntivi, come test rapidi per varie condizioni mediche, consulenze specializzate e programmi di gestione del benessere. Molte farmacie stanno anche ampliando il loro assortimento di prodotti, offrendo una gamma più ampia di prodotti per la salute e il benessere, oltre ai tradizionali farmaci su prescrizione.
Quali strategie considera necessarie per le farmacie indipendenti in questo scenario?
Per le farmacie indipendenti è importante sviluppare accordi con le società di servizi medicali e investire sulle competenze interne. Allo stesso tempo, è fondamentale avere una strategia chiara basata sui dati e sull’analisi del mercato. È necessario comprendere le esigenze specifiche di un’area e rispondere in modo puntuale, anche sulla base della popolazione residente.
Quali sono le principali sfide che le farmacie indipendenti devono affrontare?
Stiamo vedendo un aumento delle affiliazioni, il che indica la necessità di collaborazione nel settore. Le farmacie indipendenti devono anche considerare l’innovazione, soprattutto nell’area della prevenzione e del benessere ai quali il cittadino oggi è molto attento, e sviluppare competenze digitali. È cruciale la gestione dei pazienti cronici e l’interazione con i medici di base. È necessario che le farmacie indipendenti sappiano cogliere le sfide della gestione della cronicità e del monitoraggio dell’aderenza terapeutica.
Come vede il cambiamento demografico, in particolare l’invecchiamento della popolazione, e l’aumento dei pazienti cronici nel contesto dell’assistenza sanitaria?
In effetti, stiamo vedendo un cambiamento significativo nel panorama, con un aumento del numero di pazienti cronici e un’attenzione crescente alla gestione del paziente. La farmacia gioca un ruolo cruciale in questo contesto, non solo come dispensatrice di farmaci, ma come fornitore di servizi sanitari. Oggi la Farmacia dei servizi diventa una realtà concreta.
Come vedete l’importanza del farmacista nel contesto attuale?
Il farmacista rimane un punto di riferimento chiave per i consumatori, non solo per la cura e la salute, ma anche per la consulenza su temi più commerciali. Anche con l’aumento delle vendite online, il farmacista ha un ruolo da giocare nel suggerire e fornire informazioni.
Come IQVIA Italia sta rispondendo alle sfide attuali?
IQVIA Italia sta investendo in analisi avanzate dei dati attraverso soluzioni innovative di intelligenza artificiale, che consentano di operare scelte in un contesto complesso e caratterizzato da incertezza. Stiamo inoltre lavorando a progetti che uniscono vari attori dell’ecosistema sanitario, con l’obiettivo di sviluppare soluzioni per il monitoraggio dell’aderenza terapeutica. Crediamo che queste iniziative contribuiscano a migliorare l’assistenza sanitaria per i cittadini.
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