«Introdurre flessibilità normative sugli imballaggi (soprattutto riguardo al foglietto illustrativo) per facilitare la riassegnazione dei medicinali attraverso le frontiere interne dell’UE», ma anche «adottare misure immediate per alleggerire il peso dell’inflazione sui farmaci generici, promuovendo l’adozione di criteri di gara basati sull’offerta economicamente più vantaggiosa, o accordi quadro previsti dalla direttiva sugli appalti pubblici, migliorare la prevedibilità della domanda condividendo dati con i produttori di medicinali». Queste – secondo Medicines for Europe – le misure da adottare a breve termine per mitigare il rischio di nuove carenze di farmaci nel corso dell’anno.
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Le proposte nella lettera aperta
Le proposte sono contenute in una lettera aperta che la presidente, Elisabeth Stampa e i membri dell’esecutivo dell’associazione europea dei produttori di generici, biosimilari e Value Added Medicines hanno inviato alla presidente del Parlamento UE, Roberta Metsola e ai membri della Commissione UE, sollecitando un «nuovo contratto di sicurezza sui farmaci per l’Europa» in vista della definitiva revisione della legislazione farmaceutica che la Commissione avrebbe dovuto adottare entro la fine del 2022. Tra gli esempi di “buone pratiche” citate nel messaggio, quello del Canada, che per regolamentare il mercato applica un sistema di prezzi di riferimento a scaletta che aumenta i prezzi quando ci sono pochi fornitori e riduce i prezzi quando invece sono molti e quello della Germania, che sta rivedendo la legislazione di settore per autorizzare la revisione dei prezzi quando le supply chain sono troppo consolidate. La lettera sollecita a tale proposito un Medicines Security Act che preveda investimenti orientati al raggiungimento dell’autonomia strategica dell’UE sia nella produzione di principi attivi farmaceutici che di medicinali. Ma reca anche un preciso avvertimento: non ci si illuda di risolvere la questione delle carenze con l’ipotesi di appalti congiunti che avrebbero invece il potere di aggravarle.
Requisiti in materia di scorte e carenze
Nella lettera si legge che «i requisiti nazionali in materia di scorte e carenze, nonché le multe a essi correlate, inducono produttori e grossisti a detenere grandi volumi nei magazzini di ciascuno Stato membro, compromettono il principio della solidarietà dell’UE, aumentano il consolidamento delle catene di approvvigionamento incrementando i costi, riducono la disponibilità di medicinali in altri mercati e impediscono all’industria di adottare misure di mitigazione. Gli appalti congiunti a livello europeo diminuirebbero la prevedibilità della domanda a livello nazionale, destabilizzano i contratti locali e i canali di fornitura esistenti e aggraverebbero ulteriormente l’impennata globale della domanda». Infine «siamo invece disponibili a collaborare con HERA (Autorità per le emergenze sanitarie) su un concetto di “riserva strategica europea” basata su riserve mobili, sul modello adottato in passato dal Regno Unito e oggi dall’Australia. Questo modello offre un elevato grado di sicurezza per i pazienti, è flessibile per i produttori e a basso costo per Governi e Unione Europea».
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