La tutela del ruolo del farmacista, tenendo conto degli aspetti attinenti la sfera professionale, assieme alla salvaguardia della redditività derivante dalla prestazione eseguita nell’ambito della gestione del paziente cronico, sono gli argomenti al centro del convengo «Il diabete in farmacia: come aumentare la redditività di categoria e riacquistare il proprio ruolo professionale», svolto sabato 13 aprile 2019 a Bologna, nell’ambito Cosmofarma. Il simposio, con il patrocinio del gruppo “Pillole di informazione”, è stato tenuto da Raffaele La Regina, farmacista territoriale e principale relatore, il quale si è fatto promotore di un’iniziativa con la finalità di fare il punto sulle esigenze del paziente diabetico e di quale potrebbe essere la risposta della farmacia, nell’ottica di presa in carico volta al miglioramento dell’aderenza alla terapia ma anche per la verifica e la gestione della patologia.
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Dopo l’iniziale analisi del contesto in cui oggi si trova ad operare la farmacia italiana, alla luce della legge 124/2017, ma anche in presenza di distribuzione diretta, uscita dei prodotti e servizi dal canale e in presenza di una sperimentazione della farmacia dei servizi, si sono analizzati quali sono i punti di forza e di debolezza su cui può contare. Nello specifico, è emerso che la farmacia può contare su capillarità sul territorio, disponibilità oraria, ingressi certi, legame consolidato con il paziente e possibilità di erogare nuovi servizi. Di contro, diversi sono i punti che indeboliscono la farmacia. Tra queste, l’autoreferenzialità del farmacista titolare, le dinamiche presenti legate a logiche di prodotto, la scarsa capacità di innovazione, ed infine, quella che La Regina definisce letteralmente «una tristezza infinita». Dopo l’analisi di queste dinamiche, si è passati allo studio del diabete, patologia che, come evidenziato, secondo i dati Istat, è passata dal 2,9% di italiani affetti nel 1980, al 5,3% nel 2016, per un totale di 3 milioni e 600mila diabetici. Il farmacista ha quindi evidenziato le opportunità e le minacce riferite al paziente diabetico. Ovvero, da un lato elevato bisogno di assistenza, la mancanza di figure di riferimento, la scarsezza di tempo a disposizione e le lunghe liste di attesa. Dall’altro, che i farmacisti hanno di fronte un paziente ben informato, razionale sulle spese, diffidente ed influenzabile.
Dunque, per rispondere a parte delle domande evidenziate, il farmacista ha mostrato le attività pratiche che le farmacie territoriali possono eseguire. Si parte dalla dispensazione del farmaco e farmacovigilanza, dispensazione dei presidi per l’autocontrollo, consulenza nutrizionale ed autoanalisi del sangue e delle urine, per poi passare a servizi più evoluti quali quello della telemedicina e cup e all’attività di coaching, con l’obiettivo di soddisfare appieno i bisogni del paziente diabetico. Attività che se organizzate con tutti i criteri possono dare un chiaro posizionamento all’attività, rendendola sempre più punto di riferimento del territorio e centro di salute. «La farmacia – aveva spiegato La Regina a FarmaciaVirtuale.it – si ritrova oggi a doversi reinventare per dare risposte concrete ai pazienti diabetici e salvaguardare la redditività delle proprie attività, dando vita ad un nuovo modello di gestione che sappia mettere in campo azioni volte al raggiungimento di entrambi gli obiettivi». Ciò considerando «la facilità di accesso e la presenza capillare nel territorio delle farmacie», la quale porta «a creare un modello di gestione del paziente diabetico restituendo un ruolo centrale ed attivo al farmacista stesso. Un modello che salvaguardi e rinforzi le collaborazioni con tutte le altre figure professionali coinvolte nella gestione del diabetico, strutture sanitarie comprese».
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