Decreto 97, Di Iorio (Federfarma Campania): «Ricorso sul metodo più che nel merito»

Il ricorso al Tar presentato da Federfarma nazionale, Federfarma Campania, e dalle associazioni provinciali di Benevento, Avellino e Caserta «non riguarda tanto il merito del decreto numero 97, emesso il 20 settembre 2016 da parte del commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Campania, quando la forma». A spiegarlo a FarmaciaVirtuale.it è Michele Di Iorio, presidente di Federfarma Campania, che sottolinea come la questione sia legata in effetti «soprattutto al rischio che lo stesso metodo adottato in Campania possa essere replicato in altre parti d’Italia». Il decreto 97 ha fissato disposizioni riguardanti la distribuzione dei farmaci in nome e per conto, nonché l’elenco unico della tariffa massima di remunerazione e altre regole per la disciplina del servizio a livello regionale. Di Iorio evidenzia in questo senso il fatto che «al centro della questione c’è il problema della “forma decreto”, che di fatto significa far calare dall’alto la decisione. D’altro canto non possiamo non cogliere il fatto che il contenuto della disposizione è per le farmacie più che soddisfacente. Non a caso, esso riprende largamente il lavoro che portammo avanti con Stefano Caldoro (ex presidente della regione Campania, ndr) al fine di risolvere la questione della provincia di Salerno, nella quale non c’è DPC ma solo “diretta”, e che non venne concluso per ragioni di tempo, per poi venire di fatto congelato. Anzi, il decreto 97 è riuscito perfino a migliorare la disposizione, dal momento che sono stati inseriti anche i farmaci “ex Osp2”, il che significa che alle farmacie verrà restituito tutto ciò che era stato tolto, con un aumento del lavoro di circa il 50%». Resta però il problema del mancato coinvolgimento della categoria. Nel ricorso al Tar, infatti, i ricorrenti sottolineano come siano stati omessi determinati accordi preventivi da stabilire con i farmacisti.