Nella giornata di martedì 7 giugno è stato convocato un vertice di maggioranza per discutere del disegno di legge sulla Concorrenza. Secondo quanto riportato dall’agenzia Askanews, all’incontro hanno partecipato, tra gli altri, anche i ministri dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e quello per le Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi. Sul tavolo, la proposta di un tetto da fissare al 20% per contenere lo sviluppo delle società di capitale. La quota riguarderebbe il numero massimo di farmacie che ciascuna azienda potrà detenere, e sarebbe calcolato su base regionale. Naturalmente, occorrerà verificare se l’idea verrà adottata dal Parlamento, ovvero dal Senato, presso il quale il testo è attualmente in discussione, e successivamente dalla Camera, che sarà chiamata ad una seconda lettura una volta ottenuta l’approvazione di Palazzo Madama. Alla novità ha replicato il presidente delle Libere Parafarmacie Italiane, Ivan Giuseppe Ruggiero, secondo il quale il ministro Calenda dovrebbe «promuovere la concorrenza, le liberalizzazioni e la tutela dei consumatori». Partendo da tale presupposto, dovrebbe quindi «analizzare tutto ciò che è accaduto presso la commissione Industria del Senato e non limitarsi alle fasi finali». In questo senso il dirigente delle LPI chiede «di riammettere nel testo gli oltre 100 emendamenti presentati, che riguardavano lo sviluppo del nostro Paese attraverso le parafarmacie. La nostra è una richiesta di diritti, e non accettiamo che le nostre vite, le nostre famiglie, le nostre attività siano messe a repentaglio da politici poco attenti. Siamo farmacisti, con una laurea riconosciuta dallo stesso Stato che oggi rinnega la nostre professione, paghiamo le tasse, i contributi Enpaf e l’Ordine dei farmacisti in egual modo a un titolare di farmacia».
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