ddl concorrenza farmaciaSi è ormai trasformato in uno scontro tra conservatori e riformisti il dibattito sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C all’interno del Ddl concorrenza.

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Secondo il Presidente del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti Vincenzo Devito “le carte sono ormai sul tavolo. Da una parte tutti coloro che vogliono conservare e proteggere lobby e corporazioni, alcuni anche per interessi elettorali, dall’altra chi vuole innovare il Paese, dare nuove opportunità e dire basta allo strapotere corporativo che da troppi anni puntualmente condiziona a proprio favore le scelte del Parlamento”.

“In parecchi”, continua Devito, “sono stanchi di dover sottostare a diktat di questo o quel piccolo o grande centro di potere. Una riprova l’abbiamo avuta proprio in queste ore dalle reazioni di molte forze politiche, di maggioranza ed opposizione”.

Abbiamo inviato a tutti i parlamentari una lettera senza alcuna richiesta se non quella di leggere la documentazione che conferma in maniera incontrovertibile i vantaggi della liberalizzazione dei farmaci di fascia C.

Il Ddl concorrenza nella parte che riguarda i farmaci non ha nulla a che fare con l’innalzamento della competitività in Italia e se verrà approvata così come uscita dalle Commissioni finirà per ottenere il risultato contrario. Non siamo solo noi a dirlo, ma lo Ministro per lo Sviluppo Economico Federica Guidi nel documento portato in Consiglio dei Ministri.

Se non si mettono le premesse per un sistema “duale” di confronto dell’offerta nella distribuzione dei farmaci nessun vantaggio potrà essere colto dai consumatori, che paradossalmente rischiano di veder sfumare quel poco di concorrenza ottenuta con il decreto Bersani e parte del “Cresci Italia” del Governo Monti.

Nessun motivo razionale spiega il perché dobbiamo rinunciare alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C con la possibilità di creare nuovi posti di lavoro, nuovi risparmi per i cittadini sui farmaci, nuovi risparmi per lo Stato sui farmaci generici, investimenti e la nascita di nuove aziende. Tutto a costo zero per lo Stato.

Il Ddl concorrenza e in particolare l’articolo 32 rappresentano anche un test per il Governo relativo alla reale capacità riformista, nonché alla capacità di resistere ai veti delle forze filo-corporative presenti nella stessa compagine governativa

Sull’articolo 32 si misura la capacità di abbandonare vecchie logiche corporative modificando alla radice il modo di far politica, non più legata ai privilegi ma solo ed esclusivamente agli interessi generali.

Anche di qui – conclude Devito – passa la strada per diminuire le disuguaglianze ormai “asfissianti” per il Paese e la possibilità di rimettere finalmente in cammino quel ascensore sociale sino ad oggi bloccato.

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