Le farmacie rurali saranno sempre più penalizzate dalla mancanza di una vera proposta di rete. Lo sottolinea Francesco Danero, responsabile rurale di Federfarma Cagliari, di cui è anche ex presidente. «Devo ammettere – spiega a FarmaciaVirtuale.it – che molti sono ormai disillusi e temono che quanto non è stato fatto finora non si farà più, lasciando spazio a chi è più organizzato di noi. In questo modo, stiamo perdendo la possibilità di consolidare quella che oggi è una posizione dominante ma che purtroppo, se continuiamo così, finirà per essere erosa, sia dal punto di vista professionale sia commerciale. Chi sarà più organizzato di noi, ad esempio, sarà in grado di gestire al meglio l’aderenza terapeutica e gli altri servizi, inserendosi strutturalmente nel Servizio sanitario nazionale e portando un contributo sistematico alla gestione del paziente».

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«Serve un centro pensante che tenga testa alle multinazionali»

Danero sostiene che ci siano tutte le opportunità per un’evoluzione proficua e vantaggiosa delle farmacie indipendenti, ma nessuno si mobilita perché queste trovino concretezza. «Non ci sono motivi per cui soprattutto le farmacie rurali non debbano unirsi e fare rete assieme, difendendo la propria posizione. La strategia a lungo termine che doveva essere rappresentata da Sistema Farmacia Italia è evaporata e non c’è una vera mobilitazione, che potrebbe partire anche da piccole cose, come il fatto che la vera dematerializzazione non è attiva e le farmacie continuano a stampare i promemoria. Stiamo perdendo opportunità importanti e benché abbiamo aziende ancora solide, alla lunga i nodi verranno al pettine. So che le mie previsioni sono infauste – evidenzia Danero -, ma bisogna essere realisti: la farmacia ha bisogno di un centro pensante che tenga testa alle multinazionali. Manca un vero progetto: se la farmacia dei servizi non viene inserita nel sistema del Fascicolo sanitario elettronico resterà un fatto episodico e noi continueremo a essere dei “jolly” da giocare all’occorrenza, ma senza mai avere un ruolo strutturale definito nel nuovo Ssn disegnato dal Pnrr. Eppure – prosegue Danero – potremmo fare ben di più: c’è in gioco la nostra remunerazione, ma la otterremo probabilmente solo se ci ritagliamo un ruolo di collaborazione alla gestione del paziente al quale, purtroppo, nessuno sembra lavorare davvero. Sono certo che soprattutto con i colleghi più giovani potremmo fare molto».

Sul tema della remunerazione

«La prevista remunerazione aggiuntiva di 150 milioni per il 2022 – spiega Danero – rischia di essere un contentino, sia perché – come si legge nella relazione tecnica dello schema di decreto al vaglio della Stato Regioni – “alcune farmacie potrebbero muoversi verso classi di sconto più onerose”, sia perché il Pnrr prevede una riduzione della farmaceutica di 329 milioni di euro entro il 2026, soprattutto su “antibiotici, antiulcera e cardiovascolari”, ed evoca la distribuzione di prodotti farmaceutici nelle istituende 1.288 case di comunità. A soffrirne di più, ancora una volta, saranno le farmacie rurali che vivono di Ssn. Una recentissima pubblicazione nazionale di Agenas, con cui anche l’Ats Sardegna ha stipulato due mesi fa una convenzione triennale, prevede che l’aderenza alla terapia la seguano le case di comunità».

La farmacia rurale tra Amazon Pharmacy e distribuzione diretta

«A livello nazionale – mette in luce Danero – siamo molto indietro con la digitalizzazione, con il rischio che prima o poi arrivi Amazon o qualche grande gruppo di capitali a sottrarci le ricette tramite i servizi web previsti dal DM 30 dicembre 2020. Insomma, a fronte della crescita esponenziale dell’online, stiamo facendo poco o nulla per non farci trovare completamente impreparati. In pieno Covid è stata rifiutata la distribuzione, anche gratuita, dei farmaci ospedalieri. Ci si affanna a dire che il problema non è la rideterminazione a nostro svantaggio dei tetti della farmaceutica, ma non c’è la mobilitazione che ci si aspetterebbe a livello nazionale per riportare farmaci in farmacia. Se non ora, quando? Forse si aspetta che tutta Italia diventi come l’Emilia Romagna?».

L’impatto della tassazione sulle farmacie rurali

«Pensiamo alla fiscalità – aggiunge Danero -: ci scontreremo sempre di più con multinazionali che forse pagano – chissà dove – il 10% effettivo di tasse mentre le nostre 19mila farmacie non riescono a fare rete, anche con le altre europee, per contrastare questa macroscopica questione. Il mio grande timore è che, se continuiamo così e un giorno la legge dovesse aprire le porte ai canali alternativi, inizieranno dolori peggiori. Eppure la Federazione nazionale e il PGEU hanno menti illuminate: occorre però mobilitarsi subito, prima che sia troppo tardi».

Le opportunità non colte in Sardegna

Danero descrive poi la situazione specifica del suo territorio, la Sardegna, dove diversi esempi mostrano importanti occasioni di crescita e sviluppo finora lasciate cadere dalle istituzioni: «In particolare – puntualizza – gridano vendetta le indennità per le rurali, ferme al 1968: come Cagliari, già tra il 2018 e il 2019 abbiamo scritto una bozza di riforma, inviata alle altre Federfarma dell’Isola, e ci auguriamo che prima o poi possa essere condivisa con gli Ordini e con la Regione. E mentre le indennità sono rimaste ferme e i turni continuano a non essere remunerati, i servizi farmaceutici territoriali delle Asl sarde si sono rarefatti per carenza di personale: anche per questo stiamo affiancando i cittadini della provincia nella battaglia contro la distribuzione diretta». Ma il problema è ben più esteso.

Farmacie e diabete in Sardegna

Sempre con riferimento all’ambito territoriale, «la Sardegna – mette in luce Danero – ha il record mondiale per incidenza di diabete ma non è mai stato finalizzato un vero piano per la presa in carico di questi pazienti, che continuano a ritirare farmaci e dispositivi in maniera disomogenea tra farmacie di comunità e ospedaliere. Qualcuno inizia a farseli recapitare privatamente a casa, senza intermediazione di un professionista sanitario. Quando le strisce per il controllo della glicemia saranno sostituite dai sensori, come accadrà a breve, si rischia che il paziente non passi nemmeno più dalla farmacia, la quale invece potrebbe implementare la piattaforma informatica già in uso per inserirsi nei Pdta, come avevamo proposto, con beneficio per la salute dei pazienti e per la sostenibilità del sistema. Ma le situazioni per le quali ci si aspetterebbe un’ampia mobilitazione di categoria sono tante».

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