«Per i colleghi che hanno farmacie con piccoli spazi, tali da non poter assicurare il metro di distanza, per i colleghi che non hanno dispositivi di protezione, causa anche indisponibilità sul mercato, o che presidiano zone dove ci sono già vari casi di contagio, l’alternativa è quella di effettuare il servizio a battenti chiusi». È quanto evidenzia in una nota Umberto D’Alia, presidente di Federfarma Caserta. Il dirigente evidenzia in proposito che ogni decisione è da assumere sulla base di una valutazione individuale, «certo che in nessun caso tale iniziativa possa essere considerata come interruzione di pubblico servizio ma solo come un ulteriore e civile atto di tutela della salute pubblica, cosa ben diversa se dovessimo chiudere le nostre farmacie perché contagiati noi stessi o i nostri collaboratori, soprattutto quelle rurali che lascerebbero sguarniti interi paesi».
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Nella stessa nota D’Alia torna anche sulle misure necessarie al contenimento dell’eventuale diffusione del coronavirus e alla protezione dei farmacisti operanti nelle farmacie territoriali. Ciò richiamando una nota del governatore della Campania Vincenzo De Luca. Più nel dettaglio, D’Alia invita i farmacisti a «indossare tutti i dispositivi di protezione» e «regolamentare l’ingresso dei clienti/pazienti nelle nostre farmacie». Ciò con la finalità, conclude il dirigente, «di proteggere non solo i pazienti ma anche i nostri collaboratori».
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