credifarmaMichele Di Iorio, presidente di Federfarma Napoli e membro di spicco del consiglio di presidenza di Federfarma, ha diramato una nota, riproposta oggi dal portale farmaciavirtuale.it, per rassicurare in ordine alla situazione patrimoniale di Credifarma, alle prese con una crisi della quale (al di la della sua ormai conclamata esistenza, pubblicamente riconosciuta dal suo presidente Carlo Ghiani e dalla presidente di Federfarma, azionista di maggioranza della società finanziaria di categoria) continuano a rimanere quasi del tutto sconosciuti i termini e la portata.

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‘In questi ultimi giorni – scrive Di Iorio nella nota – alcune agenzie di stampa hanno diffuso, evitando di contestualizzare i fatti, notizie molto allarmanti, peraltro superate dall’attualità, sulla capacità di Credifarma di continuare a erogare le anticipazioni delle notule Ssn ai titolari di farmacia. Tali informazioni, amplificate da un disinformato e talvolta malevolo passaparola, hanno generato molte preoccupazioni in tanti colleghi, i quali hanno, o stanno già ipotizzando, di trasferirsi ad altre finanziarie che possano garantire la continuità delle anticipazioni.”

Nell’apprezzabile tentativo di “fare chiarezza”, Di Iorio precisa che “la continuità dell’erogazione degli anticipi mensili è garantita certamente fino alla metà del 2015”, precisando che la presidente di Federfarma Annarosa Racca “ha coinvolto le banche socie di Credifarma in una serie di serrati ragionamenti utili a chiarire la citata situazione patrimoniale entro la fine di gennaio, indicando le opzioni risolutive e raccogliendo risposte sostanzialmente confortanti che andranno ratificate entro tale data.”
Quali siano le “opzioni risolutive” indicate da Racca ai partner bancari e quali invece le “risposte sostanzialmente confortanti” da ratificare entro la fine del mese, Di Iorionon lo dice, per cui non si può fare altro che fare a fidarsi.
Nei confronti dei titolari campani, il presidente di Federfarma Napoli utilizza toni che suonano più convincenti, garantendo “l’impegno sindacale, condiviso con le Associazioni provinciali, che assicureranno tutto il supporto negoziale e si impegneranno ad impedire l’isolamento finanziario di qualunque collega.”

Concludendo le sue “rassicurazioni” – che, in verità, poco o niente aggiungono al molto poco che si sa sull’effettiva situazione patrimoniale di Credifarma e sulle asserite “opzioni risolutive” allo studio per fare fronte ai problemi – Di Iorio si sposta su questioni di metodo e non di merito: ‘Le criticità serie si affrontano con la serietà dei dirigenti ma si sconfiggono con la composta ragionevolezza dei titolari di farmacia” scrive infatti il presidente dei titolari campani, che invitati i suoi associati, “prima di intraprendere iniziative isolate”, a “ricordarsi di confrontarsi e poi di aggiornarsi con le rispettive associazioni provinciali di appartenenza che, da sempre, hanno difeso dignità ed interessi dei propri iscritti.”

Di Iorio conclude quindi la sua nota precisando di averla voluta inviare “al fine di denunciare illazioni e polemiche strumentali, dissipando le paure e al fine di esaltare l’orgoglio associativo che, rendendoci uniti, esalta la forza della categoria, garantendo anche la libertà della farmacia campana.”
Motivazione che sarebbe anche encomiabile e sottoscrivibile, se solo venissero meglio chiarite le “illazioni e polemiche strumentali” alle quali l’alto dirigente sindacale fa riferimento. Riguardo a Credifarma, i giornali di settore (almeno il nostro, ma anche gli altri che quotidianamente leggiamo) non hanno potuto fare altro che esprimere fondatissime preoccupazioni, alla luce di una notoria situazione di difficoltà pubblicamente ammessa dallo stesso azionista di maggioranza e dal presidente della società finanziaria. Sarebbero queste, le illazioni e le polemiche strumentali?
Viene da chiedersi se, alla fine, il problema non sia proprio questo: l’insofferenza (dei vertici sindacali) a veder mettere nero su bianco i problemi da chi prova a rappresentarli, almeno per quanto possibile, vista la cortina di silenzio stesa da chi dovrebbe dire e non dice. Purtroppo (e ce ne dispiace molto) in quest’occasione lo fa anche Di Iorio, pretendendo di rassicurare senza in realtà preoccuparsi di dire, informare, far conoscere.

È comprensibile che far irrompere le criticità anche drammatiche della realtà (Credifarma rischia certamente di essere una di queste, per moltissimi colleghi e per tutti i suoi dipendenti) nella soffice nuvola rosa delle rappresentazioni che fin qui i nostri vertici federali hanno sistematicamente dimostrato di preferire, possa ai loro occhi apparire fastidioso quanto un cane in chiesa.
Ma il fatto è che la realtà esiste. Con tutti i suoi problemi. Che, ad affrontarli per tempo, scendendo dalle intangibili altezze delle nuvole rosa, magari non si incancreniscono fino a non poter più essere affrontati se non con dolorose amputazioni. E della realtà – se davvero si volessero rassicurare i colleghi – bisognerebbe parlare per quella che è, anziché limitarsi alla semplice enunciazione di “serrati ragionamenti”, “opzioni risolutive” e “risposte sostanzialmente confortanti” che, alla fine, non sono neanche una narrazione, ma semplici titoli privi di ogni declinazione e di ogni concreto addentellato con ciò che accade.

Su Credifarma, dopo la nota di Di Iorio, ne sappiamo esattamente quanto prima: che la società in qualche modo possa arrivare fino a giugno, lo avevamo infatti appreso nel corso dell’ultima assemblea Federfarma del mese scorso, e i giornali ne avevano riferito. Quel che non sappiamo è tutta una serie di altre cose, anche, ad esempio, sul come e perché si sia arrivati fino a questo punto, nonostante i primi interrogativi e allarmi sui destini della finanziaria risalgano ad almeno due anni fa. Ma lasciamo pur stare qualche capitolo (hai visto mai che qualcuno ci accusi di fare “polemiche strumentali”…). Almeno una cosa, però, non possiamo davvero esimerci dal continuare a chiedere di sapere: ok, posto anche che Credifarma arrivi a giugno, dopo che cosa ne sarà, che cosa accadrà? Non pretendiamo certo esercizi di divinazione, ma esigiamo che se ne parli, visto che i destini della finanziaria di categoria rilevano per i destini di svariate migliaia di colleghi. E davvero, questa volta, non siamo per nulla disposti ad accontentarci di qualche titolo rassicurante.

Intanto, però, per non sapere né leggere né scrivere, nel Lazio e a Roma i sindacati dei titolari si stanno attivamente e concretamente muovendo, con le necessaria cautela e ponderatezza, per cercare soluzioni sul mercato del credito che possano fungere – per quanto possibile e nel caso, purtroppo probabile, che si rendesse necessario – da paracadute per tutti i colleghi che dovessero averne bisogno. Sicuramente ci sarà chi proverà a rubricare anche questa notizia sotto la voce “allarmismo”, ma non è il caso di stare a preoccuparsene: non siamo tra quelli usi fasciarsi la testa prima di rompersela, ma neppure tanto imprudenti da non indossare il casco in presenza del serio rischio di cadute. Soprattutto quando le teste sono quelle dei colleghi e le nostre.

Franco Caprino

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