A due anni di distanza dall’inizio del suo mandato al vertice di Federfarma nazionale, Marco Cossolo traccia, parlando a FarmaciaVirtuale.it, un primo bilancio del lavoro effettuato fino ad ora. E spiega come immagina il futuro della professione.

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Come sono andati questi primi due anni?
«In primo luogo ciò che mi preme sottolineare nell’ambito di questi primi due anni di lavoro è il cambiamento nel metodo. Abbiamo cercato sempre la massima condivisione con tutti gli stakeholders del mondo della farmacia. E abbiamo lavorato in forte sinergia soprattutto con la Fofi, ma anche con Federfarma Servizi, con Utifar e con Assofarm. Tutto ciò ha permesso di ottenere molti risultati.».

Quali sono quelli più importanti?
«In questi anni abbiamo aggiornato la tariffa dei medicinali galenici ed effettuato la prima modifica alla Farmacopea ufficiale. Quindi abbiamo ottenuto la revisione delle soglie per le agevolazioni sugli sconti alle farmacie. Sono stati poi concessi 36 milioni di euro per finanziare il progetto della farmacia dei servizi. Quindi è stato aperto, a marzo, il tavolo necessario per definire i criteri di spesa di tali fondi. Ora siamo in attesa del protocollo d’intesa. Di particolare importanza, poi, il fatto di aver portato avanti il tavolo sulla remunerazione per un certo periodo di tempo: ora siamo alla riapertura che è imminente e speriamo di poter concludere i lavori entro la fine del mandato. Altri lavori importanti sono quelli portati avanti da Promofarma sulle casse, sulla fatturazione elettronica, sulle vending machines. Anche questo è fare sindacato. Senza dimenticare l’accordo con Banca Ifis che ha consentito di restituire vitalità a Credifarma».

E sul fronte interno a Federfarma?
«Abbiamo approvato la bozza di modifica statutaria che ora è al vaglio del Consiglio delle regioni. E che contiamo di portare in assemblea attorno al mese di ottobre. È stato poi fatto un grande lavoro anche in termini di comunicazione, con Federfarma Channel, con la presenza sempre più assidua sui siti web: l’associazione è visibile e con essa lo sono anche le farmacie.»

Quali sono i rapporti con l’attuale governo?
«Proprio recentissimamente abbiamo avuto un colloquio cordiale con il ministro della Salute, col quale c’è un rapporto di collaborazione. Devo dire che, dopo un periodo di “rodaggio”, l’esecutivo ha concluso molto velocemente il tavolo sulla farmacia dei servizi. Si è trattato di un buon risultato. Del ministro, poi, abbiamo apprezzato la volontà di porre un argine ai capitali. Questione particolarmente dibattuta, questa.»

Però l’invasione delle grandi catene, almeno per ora, non c’è stata…
«Il fenomeno in effetti devo dire che, fino ad ora, è stato limitato. Però è per questo che va arginato proprio ora.»

Qual è l’obiettivo?
«Io non sono contrario al capitale di per sé. Ritengo però che occorra porre di paletti. Che possono essere rappresentati dal 51% in capo ai farmacisti o da limitazioni territoriali. Abbiamo presentato in questo senso più possibiulità d’intervento.»

Per quale soluzione preme in particolare Federfarma?
«Nessuna in particolare: sta alla politica deciderlo. Nostro compito è avanzare delle proposte che siano migliorative, a vantaggio dei farmacisti, dei cittadini e dello Stato. Poi sono i decisori politici a dover scegliere la via migliore per ottenere il risultato.»

Sistema Farmacia Italia a che punto è?
«A ottobre arriverà il primo lavoro remunerato. Ciò significa che nel giro di un anno siamo passati dalla creazione alla fase di operatività. Mi sembrano tempi decisamente ristretti, tenuto conto della complessità del progetto.»

La sua presidenza è stata di recente oggetto di critiche da parte di alcuni rappresentanti. Ritiene di voler rispondere?
«Io rispondo con i fatti. Ci sono dei momenti utili per lavorare, degli altri dedicati al confronto. Noi ascoltiamo tutti, e tutti ovviamente hanno diritto di criticare. Detto ciò, la sede per esprimersi è l’assemblea.»

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