Il sostegno e la vicinanza dei colossi farmaceutici per la lotta al coronavirus è sempre più evidente. Dopo le misure annunciate da Novartis, anche Angelini, attraverso la propria fondazione voluta dal Cavaliere Francesco Angelini e finanziata per intero dagli utili di impresa, interviene con una donazione da 1 milione di euro in favore dell’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma. Ciò al fine di «rafforzare – si legge in una nota – i laboratori di ricerca dove a febbraio è stato isolato per la prima volta in Italia Covid19». A spiegare i dettagli dell’iniziativa è la stessa Fondazione Angelini, la quale fa sapere che gli obiettivi principali attengono alla «velocizzazione dei processi diagnostici e messa in sicurezza degli operatori». I lavori, secondo quanto spiega la Fondazione, «partiranno il prima possibile, sarà di qualche mese, al termine dei quali i laboratori potranno subito iniziare a operare con le nuove modalità operative».
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«In questo momento di emergenza sanitaria nazionale – prosegue l’organizzazione -, la Fondazione Angelini ha deciso di finanziare integralmente il progetto di automatizzazione della diagnostica delle malattie infettive dei laboratori di ricerca virologica, indispensabile per facilitare il lavoro di biologi e virologi impegnati nello studio del coronavirus». Più nel dettaglio, «il finanziamento è finalizzato a un progetto che prevede il potenziamento delle linee di diagnostica differenziale per le malattie infettive, con l’acquisto di strumenti per l’automazione del processo diagnostico che velocizzeranno il processo di diagnosi precoce, migliorando inoltre la sicurezza per gli operatori».
Marta Branca, direttore generale dello Spallanzani, esprime soddisfazione per l’intervento: «Per il nostro Istituto che si è da sempre trovato in prima linea nella lotta alle epidemie collocandosi come punto di riferimento nazionale e internazionale, avere un alleato come la Fondazione Angelini significa poter ostacolare a livelli di eccellenza l’epidemia Coronavirus e le pandemie globali. Un sostegno concreto alla lotta della malattia, dunque, che si manifesta in una situazione in cui la vicinanza e l’unità nazionale ci ricordano che una donazione, grande o piccola che sia, può salvare la vita di qualcuno».
Dal canto suo, Francesco Angelini, farmacista e dirigente del gruppo farmaceutico di famiglia, mostra il proprio compiacimento: «Con l’obiettivo di sostenere chi è in prima linea nella lotta al coronavirus ci siamo domandati quale fosse il modo più efficace per dare un contributo. Abbiamo quindi scelto di prendere contatto con l’ospedale Spallanzani, chiedendo loro di indicarci specifici progetti bisognosi di sostegno diretto. D’accordo con il reparto di infettivologia – spiega Angelini -, abbiamo deciso di finanziare per intero l’automazione della diagnostica delle malattie infettive, anche nella convinzione che intervenire sulla ricerca significa non solo reagire all’emergenza, ma soprattutto supportare la speranza di trovare cure e vaccini per questa infezione e per altre gravi patologie infettive».
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