Dopo l’appello lanciato lo scorso aprile, affinché i farmacisti non venissero trattati come “pedine” durante l’emergenza coronavirus, l’Associazione nazionale professionale farmacisti non titolari (Conasfa) scende in campo reclamando il rinnovo del contratto collettivo nazionale lavoratori farmacisti. Ciò chiedendosi il perché del mancato rinnovo ad anni dalla scadenza adducendo vari possibili motivi, ovvero se «i colleghi dipendenti sono così “anonimi”?», se «il ruolo del farmacista dipendente è così semplicemente intercambiabile?», e se il mancato rinnovo del contratto possa dipendere dal vertice o dalla base di Federfarma.

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«Che la professione del farmacista non sia sempre “ben” posizionata nello scenario della sanità italiana – evidenzia Conasfa -, è sotto gli occhi di tutti. Che il farmacista nella galassia dei sostegni sia il fanalino di coda, altrettanto. Che il farmacista dipendente sia terra di nessuno all’interno del proprio ambito professionale è oramai una storia ciclica. Nel drammatico scenario degli ultimi mesi i farmacisti hanno dato una indiscutibile prova dell’importanza della loro figura professionale, numeri alla mano la stragrande maggioranza di quei farmacisti erano collaboratori».

Da qui le richieste del Conasfa: «Conasfa concorda con i bonus/riconoscimenti economici del Governo, condivide la richiesta di Mnlf su una estensione dell’esonero per l’anno in corso dei crediti Ecm, ma ribadisce che il punto fondamentale è il rinnovo del contratto subito».

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