concorso straordinario siciliaDomenica 30 ottobre i farmacisti vincitori del concorso straordinario farmacie della Sicilia si riuniranno alle 9.30 all’hotel San Michele di Caltanissetta. La legge Monti del 24 gennaio 2012 consente l’apertura di 222 nuove farmacie nella Regione: la maggior parte nella provincia di Palermo, che prevede 73 nuove sedi, seguita da quella di Catania con 48 sedi, e poi da Ragusa, Messina, Trapani, Siracusa, Agrigento, Caltanissetta ed Enna. I vincitori del concorso, tutelati da due sentenze del Consiglio di Giustizia Amministrativa della Sicilia e del Tar di Palermo, chiedono che vengano rimossi tutti gli impedimenti a livello burocratico che di fatto congelano l’applicazione della norma. «Il progetto avrebbe dovuto realizzarsi entro l’anno 2013 – precisa Giuseppe Augello, coordinatore dei vincitori del concorso straordinario per l’assegnazione delle nuove farmacie – Si parla di apertura di farmacie in zone dove il servizio è carente , e quindi viene meno o addirittura ignorato il pubblico servizio.
La litigiosità generata da interessi personali ha provocato una serie di cause civili, ma il pubblico interesse non può essere prevaricato o bloccato». Non si comprendono le motivazioni che portano a questa lentezza burocratica, visto che, secondo Augello, «il provvedimento legislativo darebbe parziale risposta alla disoccupazione intellettuale e si creerebbero nuove occasioni lavorative a costo zero per la collettività, con conseguente sviluppo dell’indotto. Una lentezza presente soprattutto in meridione, dove certa politica riesce a proteggere interessi di consolidate posizioni, a danno dello sviluppo sociale». Il coordinatore del concorso straordinario sottolinea la situazione rilevata in Sicilia. «In buona parte delle regioni italiane – dice Augello – la norma è una realtà, e se la legge tutela tutto il territorio nazionale, non si comprende perché la Sicilia, anche se regione di confine, debba sempre eccellere in inettitudine, sciatteria e depressione dello sviluppo economico. Non si capisce perché si debba sempre guerreggiare – prosegue – A cosa serve annunciare con altisonanti proclami nuovi concorsi quando poi si blocca la loro conclusione?». I farmacisti vincitori del concorso continuano quindi la loro battaglia e chiedono l’apertura delle sedi farmaceutiche, ricordando e sottolineando il danno economico che deriva dalla situazione di stasi a cui gli enti preposti li sottopongono.

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