Nel claim “Ci sta a cuore chi cura”, scelto da Exposanità per l’edizione 2024, in calendario a Bolognafiere dal 17 al 19 aprile – in contemporanea per un giorno con Cosmofarma 2024, 19-21 aprile –, è racchiuso l’impegno per la sanità italiana che da oltre 40 anni caratterizza la manifestazione. Ma non solo. In quella frase c’è anche tutto il senso dell’urgenza di tutelare chi nella sanità italiana lavora: i suoi professionisti. Lo stesso claim è stato declinato per la campagna “Ci sta a cuore il Ssn” che Exposanità ha ideato per il 45 anniversario del Ssn e alla quale tutti possono partecipare: i professionisti della sanità oltre che tutti i cittadini italiani. Tra le attività dedicate a questo importante traguardo della sanità pubblica italiana, verrà infatti proposto ai cittadini, al mondo delle istituzioni e delle politiche sanitarie, alle aziende, alle associazioni di volontariato in sanità, di raccontare tramite script, o video, perché hanno a cuore il Ssn.

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Partecipazione delle istituzioni e dei protagonisti della sanità

Riforme dei servizi sanitari, potenziamento della rete di assistenza, processo di digitalizzazione e innovazione tecnologica, personale sanitario e socio sanitario, ospedale a impatto zero, disabilità e soluzioni per una vita indipendente, riforma dei servizi di pronto soccorso: questa è solo una parte dei temi che Exposanità affronterà con la partecipazione delle istituzioni, dei protagonisti della sanità italiana e delle più importanti realtà produttrici che con il loro apporto concorrono all’ammodernamento del Ssn: 509 sono state le aziende che hanno scelto di prendere parte ad Exposanità nel 2022 (la manifestazione ha infatti cadenza biennale). Exposanità è riconosciuta come un irrinunciabile momento di confronto e di condivisione di conoscenze e di esperienze: degli oltre 45mila visitatori dell’edizione scorsa, in concomitanza con Cosmofarma, il 93% ritiene infatti interessanti i temi trattati nei 200 convegni e nelle 800 ore di formazione che hanno visto impegnati 671 relatori.

Crisi del capitale umano in sanità, per medici, infermieri e personale sociosanitario

L’edizione 2024 di Exposanità non poteva che aprirsi con un tema cruciale: la grande crisi del capitale umano in sanità, per medici, infermieri e personale sociosanitario. Per l’87% dei medici e dirigenti sanitari la propria vita è insoddisfacente, il 96,5% avverte un eccessivo carico di lavoro e il 72% ha pensato di lasciare il lavoro nel Servizio sanitario nazionale per trasferirsi all’estero. Sono i dati di un sondaggio di Anaao-Assomed, realizzato su un campione rappresentativo di medici. Il 17 aprile, alle ore 10, si svolgerà il convegno inaugurale «Investire sui professionisti per la tenuta del Ssn», moderato dal giornalista de Il Sole24Ore, Marzio Bartoloni e con la partecipazione di Nino Cartabellotta, Fondazione Gimbe. La possibilità di tenuta e di sviluppo del Ssn non potrà avvenire se non si procederà ad un’adeguata valorizzazione di coloro che nel Ssn lavorano. Dalle loro esperienze e dalla loro voce sarà raccolto e rilanciato un messaggio per salvaguardare il nostro Ssn, utilizzando al meglio la sua componente più preziosa: le persone. Sempre il 17 aprile, alle 14, si svolgerà “I professionisti e il ssn: prove di divorzio? Semplificare e ri-orientare l’organizzazione delle aziende sanitarie per migliorare la soddisfazione e la qualità della vita dei professionisti”, un convegno organizzato da Rusan, centro nazionale per il monitoraggio ed il miglioramento della qualità del Capitale Umano nelle Aziende Sanitarie. Dall’analisi dei dati, mancanza di almeno 65mila infermieri e 20mila medici, alle conseguenze sui professionisti, sovraccarico lavorativo (turni, orari, straordinari) spesso eccessivo, il convegno intende analizzare le possibili urgenti soluzioni capaci di generare ambienti organizzativi più attrattivi e soddisfacenti per i professionisti che vi lavorano.

Aumentato la consapevolezza dei cittadini

La conservazione del Ssn e della sua vocazione universalistica necessitano dell’importante apporto che le nuove tecnologie mettono al servizio della sanità. A Exposanità 2024 si affronteranno quindi i temi della digitalizzazione e della ridefinizione del setting di cura, approfondendo come il digitale, attraverso l’intelligenza artificiale, l’utilizzo dei big data e la robotica possano contribuire ad una vera territorializzazione delle cure. La pandemia ha aumentato la consapevolezza dei cittadini circa l’importanza di attuare una reale trasformazione digitale dei servizi sanitari, con un importante aiuto dell’Ai. Il 61% degli italiani infatti si aspetta che l’intelligenza artificiale trasformi, in meglio, il settore sanità. A rivelarlo è il nuovo studio “Unlocking Europe’s Ai potential” commissionato da Amazon Web Services. L’applicazione di sistemi basati sull’Ai può supportare il settore dell’assistenza sanitaria nell’ottimizzazione dell’efficienza organizzativa, nell’efficacia di diagnosi e cure, nel miglioramento continuo della relazione con pazienti non autosufficienti. L’obiettivo della piattaforma di intelligenza artificiale a supporto dell’assistenza primaria, prevista nell’ambito dei Servizi sanitari regionali e finanziata con del Pnrr, è facilitare l’attività di diagnosi e cura dei professionisti e la fruizione dei servizi sanitari territoriali da parte degli assistiti. Ma insieme devono realizzarsi due condizioni: creazione, formazione e sviluppo di competenze adeguate ed impianti normativi all’altezza, sia in campo etico che tecnico. Se ne discuterà nel convegno, organizzato da Exposanità, “Intelligenza artificiale in sanità: le applicazioni per la medicina e per l’organizzazione dei servizi” (17 aprile ore 10.30).

Migliorare la capacità di controllo dei dati sanitari

Se il Fascicolo sanitario elettronico ha segnato l’avvio del processo di digitalizzazione della sanità italiana, la strada è tuttavia ancora lunga e ricca di sfide. La sua piena attuazione passa attraverso l’implementazione di strumenti, competenze e regole sincronizzate al millimetro, per far sì che miriadi di informazioni diverse possano essere convogliate sui giusti binari che portino a decisioni razionali ed ottimizzate, nonché blindate in termini di sicurezza. Diventa essenziale quindi acquisire o migliorare la capacità di controllo dei dati sanitari, dapprima all’interno degli ecosistemi digitali e poi nei processi decisionali. Se ne discuterà nel workshop «Health data governance: potenzialità e rischi» organizzato da Exposanità per il 17 aprile alle 14.

Focus sui servizi di emergenza

Nel secondo giorno della manifestazione, sarà invece la volta del pronto soccorso, altro tema cogente della nostra sanità. I medici che nel 2023 hanno abbandonato i pronto soccorso italiani sono 1.033, contro le 567 nuove assunzioni. Solo il 55% viene sostituito e i dirigenti medici che mancano all’appello sono 4mila, il 40% del fabbisogno a livello nazionale. A dirlo è la Società italiana di emergenza Urgenza (Simeu) che il 18 aprile, in collaborazione con Exposanità, ha organizzato il convegno “Riorganizzare la rete dell’emergenza urgenza: proposte per l’evoluzione dei servizi”. Se il pronto soccorso è a tutti gli effetti l’emblema dell’universalità, dell’uguaglianza e dell’equità del Ssn, la sua funzione deve essere garantita anche attraverso nuovi modelli organizzativi e ciò che le evoluzioni tecnologiche e le nuove conoscenze in materiale progettuale possono offrire. Nello stesso giorno, alle 14 si svolgerà il convegno «Le nuove sfide dell’Ospedale 4.0. Ripensare il Pronto Soccorso» organizzato da Cneto, Centro nazionale per l’edilizia e la tecnica ospedaliera: la progettazione di strutture sanitarie richiede un approccio sensibile volto a minimizzare la percezione di alienazione e offrire uno spazio terapeutico accogliente e confortevole per gli utenti. L’attenzione a temi come sicurezza, sostenibilità ambientale, comfort e benessere, richiede una riorganizzazione complessiva del processo progettuale.

Digitalizzazione e telemedicina: azioni da mettere in campo

Gli ospedali inquinano: secondo l’Health care without harm (Hcwh), un network internazionale che comprende centinaia di ospedali, se il settore sanitario globale fosse una nazione sarebbe il quinto paese più inquinante della Terra. Massimizzare l’efficienza energetica degli edifici, gestire e ottimizzare l’utilizzo degli spazi, sostituire le fonti di energia fossile con energie rinnovabili, promuovere la digitalizzazione e la telemedicina sono azioni da mettere in campo per tutto il settore sanitario. Se ne parlerà nel convegno “Hospital building management (Hbm). L’impronta climatica delle strutture ospedaliere e sanitarie”, organizzato il 17 aprile da Siais, Società italiana dell’Architettura e dell’Ingegneria per la Sanità. Nel corso dell’iniziativa saranno illustrate le raccomandazioni e i piani d’azione dettagliati per un sistema sanitario a “zero” emissioni con esempi nazionali ed internazionali.

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