Un problema che non accenna a risolversi, nonostante l’uso sempre più richiesto da i pazienti che porta alla necessità di ulteriori quantitativi. È lo stato della carenza della cannabis terapeutica in Italia, che vede l’acuirsi di una situazione segnalata a più riprese senza che però vi siano state azioni risolutive. A fornire il punto è Marco Ternelli, farmacista preparatore, il quale spiega a FarmaciaVirtuale.it che di fatto «c’è un accumulo oggettivo derivante dalla domanda non soddisfatta nei mesi precedenti a cui si aggiunge anche quella corrente». Ternelli sottolinea che «più tempo passa, più il problema si accentua. Se da un lato la domanda è sempre più elevata, per via del sempre più diffuso uso, l’approvvigionamento vede sono sempre le solite quantità a cui si aggiungono ritardi da Olanda e non solo». In sostanza, il farmacista ribadisce che «il problema è iniziato a gennaio 2021 e non si è mai risolto».
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I bandi scaduti e le procedure in corso
A pesare ancora più sullo stato di carenza c’è l’aggravante dei bandi conclusi a Luglio 2021 e i nuovi ancora da pubblicare. Su questo punto Ternelli evidenzia che «mentre negli ultimi tre anni abbiamo importato prima cento chili dal Canada (2019), poi duecento chili (2020 e 2021) che si sono esauriti nella stessa estate, da quel momento in poi non abbiamo più avuto disponibilità della cannabis Canadese essendo appunto terminato il bando». Ternelli spiega che «il bando è terminato, ma durava due anni e copriva un determinato periodo. L’azienda che aveva vinto i due bandi (Aurora) non ha avuto più modo di fornire cannabis». Poi c’è la questione ministeriale. Ternelli spiega che «nell’estate del 2021 ci sono state intense proteste da parte dei pazienti cui è seguita, a novembre 2021, l’apertura di un tavolo tecnico al ministero della Salute, istituito con apposito decreto». Ciò nonostante, la produzione è rimasta intatta. Secondo Ternelli «nel frattempo il Ministero ha predisposto una gara di assegnazione diretta cui, per i requisiti stringenti, hanno partecipato solo due aziende, di cui una poi esclusa perché non in linea con i requisiti». Ternelli riferisce che «l’offerta dell’azienda vincitrice, Little Green Pharma, consentirà di importare circa 120 Kg, il fabbisogno di un mese calcolato sull’anno scorso. Tutto qui. E poi? Si parla di bandi di coltivazione ad aziende, ma che daranno i loro risultati concreti dopo 1-2 anni». Ternelli si chiede: «Abbiamo un fabbisogno stimato dall’Incb di circa tre tonnellate all’anno. Ci vuole tanto a impostare un bando di 2mila Kg/anno anziché i soliti 100-200 Kg/anno?».
Le perplessità evidenziate lo scorso dicembre da Ternelli
A dicembre 2021 Ternelli aveva già mostrato le sue perplessità. In un articolo pubblicato su FarmciaVirtuale.it, il farmacista – commentando diminuzione a 400 kg della produzione italiana per il 2022 di cannabis terapeutica – aveva puntualizzato che «anche se si considerasse che quei 100 kg mancanti fossero in realtà un quantitativo destinato a test che non verranno più eseguiti, non si può non rimanere perplessi nel “segnale” che viene mandato dal Ministero ai pazienti, medici e farmacisti: dopo un anno di trasmissioni televisive, di segnalazioni di Federfarma, di associazioni di pazienti – tanto che è stato costituito un “tavolo tecnico” Ministeriale – in cui viene denunciata la carenza cronica di cannabis medica, il Ministero riduce il quantitativo. Inspiegabile anche se si considera il commento Ministeriale “in considerazione delle aziende già autorizzate e valutato il fabbisogno nazionale». Ternelli, già lo scorso dicembre, aveva notato che «dal punto di vista comunicativo è un segnale potente. E per niente tranquillizzante».
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