campagna farmaci etici ricettaOrmai da qualche settimana è partita la “Campagna per la moralizzazione della professione” del Movimento nazionale liberi farmacisti, in collaborazione con la Confederazione unitaria delle libere parafarmacie italiane, contro la consegna dei farmaci etici anche senza ricetta, che invita i colleghi e i cittadini a denunciare, inviando immagini e dati da raccogliere in un dossier che verrà presentato al ministero della Salute, alle Usl e agli ordini professionali, chi si dedica a questa pratica al di fuori dei pochi casi consentiti dalla legge. La replica del sindacato dei farmacisti non si è fatta attendere: Federfarma ha inviato una circolare alle associazioni provinciali e alle unioni regionali dove avanza «fondati dubbi sulla liceità di acquisizioni, per di più nascoste e non autorizzate, di immagini e/o registrazioni in un ambito, quale la farmacia, notoriamente soggetto a particolari tutele in tema di privacy» e parla di «frasi a dir poco accese» di Mnlf e parafarmacie, nonché definisce il loro comunicato «tanto allarmante quanto livoroso». Il sindacato, riferendosi all’iniziativa delle due organizzazioni, non esita ad alludere al fatto che «probabilmente le motivazioni possono essere ricercate nei recenti pronunciamenti della Corte di giustizia Ue e della Corte costituzionale che hanno sancito la piena legittimità della dispensazione esclusiva del farmaco etico in farmacia». Si tratterebbe, insomma, di una sorta di rivalsa delle parafarmacie nei confronti delle farmacie, o, come scrive Federfarma nella circolare, non senza una punta di sarcasmo, di «pur comprensibile polemica derivante dalla volontà delle parafarmacie di aumentare i propri fatturati». Le sentenze «che hanno respinto le istanze delle parafarmacie, avrebbero dovuto ispirare nei promotori della “campagna moralizzatrice” ben altre considerazioni», afferma la federazione dei titolari, che si dice sicura «che le farmacie continueranno a garantire il servizio di assistenza farmaceutica sempre e solo conformemente alle norme di legge», e ricorda poi le circostanze e gli adempimenti da svolgere nei casi in cui il DM del 31 marzo 2008 consente la dispensazione dei farmaci etici anche senza la ricetta. Fatto, quest’ultimo, che secondo il Movimento nazionale liberi farmacisti e la Confederazione unitaria delle libere parafarmacie italiane rappresenterebbe un «primo successo» della campagna. Una specie di implicito riconoscimento, in definitiva, per cui esprimono «soddisfazione». Le due organizzazioni replicano poi alle accuse di livore e di agire per reazione alle sentenze sfavorevoli ricordando «di aver espresso più di un dubbio rispetto ai ricorsi formulati e che coerentemente a tale posizione non si sono costituite in sede processuale», per quanto le motivazioni delle sentenze sarebbero criticabili e continuerebbero a esistere nella categoria «forti iniquità e contraddizioni». Per le due sigle, inoltre, la tutela della salute dei cittadini da pratiche scorrette dovrebbe essere prioritaria rispetto alla tutela della privacy; nessun attacco, quindi, ai colleghi che lavorano in farmacia, ma anzi una difesa della professionalità di quelli che si comportano correttamente. E Mnlf e parafarmacie non risparmiano una stoccata finale, invitando il sindacato a chiedere agli iscritti di esporre nelle proprie farmacie la vetrofania appositamente predisposta per la campagna contro la consegna illecita dei farmaci etici.

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