Il Consiglio di Stato ha respinto un ricorso presentato dalla società Nuceria Adesivi contro l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, al fine di riformare la sentenza del Tar del Lazio n. 02451/2018. Con quest’ultima, il tribunale aveva «respinto la richiesta della ricorrente volta a ricevere la carta filigranata e la numerazione progressiva per poter realizzare e vendere i BOF (Bollettini Ottici Farmaceutici) su commessa diretta delle case farmaceutiche». La vicenda, come riferito da FarmaciaVirtuale.it, va avanti ormai da tempo. La Nuceria Adesivi, specializzata nelle produzioni cartotecniche e in tale ambito nella produzione dei bollini aveva chiesto nel 2017 all’IPZS di poter produrre «anche su diretta commissione delle case farmaceutiche, con riguardo a medicinali sia dispensati che non dispensati dal servizio sanitario nazionale». Per questo aveva chiesto all’istituto la fornitura di carta filigranata e della relativa numerazione progressiva necessarie per procedere al confezionamento dei bollini. La domanda era stata respinta però dall’IPZS «assumendo che esiste in materia di produzione e commercializzazione dei bollini una privativa a suo favore, basata sulla legge e sulla normativa secondaria di settore, in forza della quale è consentito all’Istituto, a propria insindacabile scelta, di internalizzare “in toto” la produzione dei bollini ovvero, in alternativa, di affidarla in parte ad imprese terze, ma con affidamenti soggetti alle procedure di evidenza pubblica».

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Il Tar nella sentenza aveva evidenziato che «anche a ritenere insussistente la privativa sulla produzione dei bollini in capo al Poligrafico, la conseguenza sarebbe non già una liberalizzazione del mercato, bensì la necessità che la fornitura alle case farmaceutiche venga fatta comunque oggetto di procedure a evidenza pubblica, in questo caso indette non più dal Poligrafico, ma dal Ministero della Salute». Mentre, nel merito, ha ritenuto che «l’esclusiva del Poligrafico sulla produzione dei bollini farmaceutici si fondi nell’art. 2, comma 10 bis, della L. 559/1966 e nei decreti del ministero dell’Economia e delle Finanze del 23 dicembre 2013 e del ministro della Salute del 30 maggio 2014». Un’interpretazione giudicata errata dalla Nuceria, secondo la quale l’esclusiva «dovrebbe essere limitata alle sole fasi di controllo e vigilanza sulla produzione dei bollini». Il Consiglio di Stato ha dapprima richiamato un’altra sentenza, nella quale «un altro operatore economico del settore aveva presentato una richiesta all’IPZS analoga». Quindi ha spiegato che «il nostro ordinamento riconosce espressamente la privativa in capo all’IPZS. Correttamente il TAR ha rilevato che la tesi relativa alla “liberalizzazione del mercato dei bollini non trova alcun riscontro nella normativa di riferimento”».

In particolare, «la funzione di garanzia del pubblico interesse nella delicata materia in discorso non si esprime semplicemente nell’esigenza che sia l’IPZS a fornire la carta filigranata e la numerazione progressiva a operatori terzi, secondo una nozione minimalista e restrittiva di “carta valori”, bensì nell’affidamento della produzione stessa e, prima ancora, nello svolgimento di apposite convenzioni con le case farmaceutiche per stabilire le condizioni di fornitura e caratteristiche materiali del prodotto, attività riservate proprio all’Istituto. Nel contempo la stessa qualificazione di “carta valori” viene riferita dal D.M. MEF del 23.12.2013 al bollino nella sua integralità (cioè in tutti gli elementi che indissolubilmente lo costituiscono) e non a singoli elementi di esso, come la sola carta filigranata».

Da ciò discende che «il limite alla libertà di concorrenza, a tutela della salute pubblica, non è affatto irragionevole né sproporzionato rispetto alla finalità perseguita».

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