mnlfCon un mercato dei farmaci d’automedicazione il cui 91% in termini di volumi e il 92,3% in termini di valore del mercato è ancora saldamente in mano alle farmacie (che detengono anche il 93% del mercato dei farmaci veterinari), la strada da fare sul cammino delle liberalizzazioni è ancora molto lunga. A spiegarlo è il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, che spiega come queste cifre, «al di là delle suggestioni corporative, descrivano meglio di qualsiasi parola il fatto che la concorrenza nel settore delle farmacie è ancora lontana».
«Se a questi dati – prosegue l’associazione – aggiungiamo anche che delle 2.500 farmacie promesse dalla legge Monti dopo ben quattro anni ne sono state aperte poche decine, a causa dei ricorsi, abbiamo il quadro completo di un settore praticamente bloccato». Di conseguenza, secondo il MNLF «il bicchiere non è mezzo pieno, ma completamente vuoto. Quando il presidente dell’Antitrust afferma che “i privilegi normativi bloccano la concorrenza e creano diseguaglianze” dice una cosa reale che ha delle conseguenze dirette sulla società italiana, perché a forza di dare spazio a lobby e corporazioni l’ascensore sociale non solo è bloccato, ma inizia a scendere nei piani inferiori».
Nel merito delle dichiarazioni rese da Pitruzzella, il Movimento spiega che «certo, approvare in fretta il Ddl Concorrenza potrebbe essere una priorità. Se esso contenesse norme atte ad ampliare effettivamente la concorrenza. Ma ora, dopo che la politica ha seguito passo passo quello che lobby e corporazioni dettavano, che senso ha? Sarebbe invece possibile mettere in campo riforme a costo zero per lo Stato, in grado di far ripartire occupazione ed investimenti nell’interesse dei consumatori, come la liberalizzazione dei farmaci di fascia C.
Il resto sono chiacchiere come quelle del senatore D’Ambrosio Lettieri, già titolare di farmacia e vice presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti, che dimenticando la sua duplice veste chiede al partito di maggioranza di fare un mea culpa totale sulle politiche di riforma degli ultimi anni. Le uniche politiche, quelle di Bersani, realmente pro concorrenziali degli ultimi decenni. Le stesse chiacchiere di chi vuole blindare l’accesso alle facoltà di Farmacia, naturalmente senza aver rimosso prima privilegi e monopoli».

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