Ettore Novellino, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ritiene quanto mai opportuna la riforma relativa ai corsi di laurea in Farmacia. «Finalmente ci siamo arrivati – dichiara Novellino a FarmaciaVirtuale.it –. Ci saremmo potuti arrivare anche nel 2003-2004 quando, con il riordino dei corsi di laurea dell’allora Legge 509, era stata introdotta la possibilità di ampliare le competenze dei laureati in Farmacia, soprattutto su quei versanti nuovi che stavano nascendo, come la presa in carico dei pazienti o la farmacoeconomia, che da quel momento in poi avrebbero iniziato ad avere un ruolo sempre più significativo all’interno della vita della farmacia. In quegli anni ero preside della facoltà di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli e applicai quella possibilità di riforma, affiancando all’iter formativo europeo percorsi professionali integrativi, che davano spazio a questi aspetti che entravano a far parte del nuovo concetto di salute. Anche nel 2012 furono emanati decreti che regolamentavano la possibilità per le farmacie di eseguire alcune analisi di prima e seconda istanza, ma la nostra categoria ha sempre lunghi tempi di meditazione e ripensamenti. Ci è voluto quindi diverso tempo, però finalmente ci siamo arrivati».
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Passo significativo per l’evoluzione della farmacia
Novellino esprime la convinzione che i nuovi percorsi di laurea possano determinare una svolta nella farmacia moderna e nella professione di farmacista. «Ritengo la riforma della laurea in Farmacia un passo particolarmente significativo – sostiene Novellino –, soprattutto per quanto riguarda le farmacie rurali, situate in zone dove gli ambulatori specialistici e gli ospedali sono lontani dai cittadini e creare questa forte sinergia tra medico di medicina generale, farmacista e altri ruoli sanitari può costituire un punto di connessione tra paziente e assistenza sanitaria. A questo fine sono arrivati a proposito i finanziamenti del Pnrr alle farmacie rurali e credo che, se saremo in grado di sfruttare operativamente questa opportunità, potremo dare alla farmacia una nuova collocazione professionale e istituzionale e vedere un ammodernamento delle funzioni di prevenzione e prima diagnosi. Così l’assistenza territoriale può riprendere vigore». Il professore ricorda poi le vicende del Covid che hanno portato la popolazione a riconoscere di fatto un ruolo alla farmacia che è sempre rimasta aperta, a differenza di medici e ambulatori, spesso irraggiungibili nella prima fase della pandemia. Osserva quindi che il momento è quanto mai opportuno perché la farmacia potenzi i servizi sanitari.
Serve sinergia tra Università e Ordini professionali
L’evoluzione dei corsi universitari dovrebbe, secondo Novellino, avvenire attraverso una stretta collaborazione tra Università e Ordini professionali. «I nuovi piani di studio dovranno essere accettati dalle università – spiega il docente –, un processo però che può incontrare problemi per via di determinate posizioni e campi applicativi sedimentati nel tempo. Purtroppo non sempre il percorso universitario risponde alle esigenze degli aspetti professionali, ai quali ora dobbiamo prestare la massima attenzione. Serve, quindi, un dialogo scevro da posizionamenti tra Università e mondo professionale. Le università devono capire che la loro missione è quella di formare dei laureati che poi possano svolgere l’attività professionale adeguata nel momento in cui si inseriranno nel mondo del lavoro. Non più quindi conoscenze cristallizzate o classiche, ma attuali e utili alla professione. Gli stessi studenti hanno ben chiara la situazione e oggi vanno alla ricerca di percorsi di laurea che li rendano quanto più possibile preparati per il mondo del lavoro».
Intervista integrale
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