L’Ordine dei farmacisti di Bari e Bat ha richiamato l’attenzione sull’epilogo del procedimento che l’Autorità garante della concorrenza e del mercato aveva aperto lo scorso anno nei confronti di un marketplace che proponeva e commercializzava prodotti per la prevenzione e/o la diagnosi del contagio da Sars-Cov-2 in modo giudicato dall’Autorità ingannevole e scorretto. «Per opportuna conoscenza – ha riferito in una nota Luigi D’Ambrosio Lettieri, presidente dell’Ordine – si informa che l’antitrust ha concluso un procedimento nei confronti di un marketplace, al quale è stata comminata una sanzione di 3 milioni di euro. Il provvedimento riguarda la vendita di kit per eseguire test anticorpali per l’autodiagnosi del coronavirus con attività promozionali che, al tempo, erano in contrasto con precise indicazioni delle autorità sanitarie circa la non attendibilità di tali test. La rilevanza del provvedimento adottato dall’antitrust conferma la delicatezza degli argomenti richiamati in oggetto e la necessità che i farmacisti operino con la massima prudenza e attenzione».
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Pubblicità ingannevole e promozioni scorrette
«È stato poi ulteriormente contestato – aggiunge D’Ambrosio Lettieri – l’utilizzo di alcuni messaggi pubblicitari che attribuivano a mascherine filtranti una specifica efficacia in termini di protezione e/o di contrasto nei confronti del Covid-19». I prodotti erano inoltre proposti a prezzi particolarmente elevati e, secondo l’antitrust, anche attraverso modalità scorrette di promozione e vendita, tali da ingannare i consumatori e mettere in pericolo la loro salute e sicurezza. «Il procedimento – si legge nel bollettino dell’Autorità – concerne taluni comportamenti posti in essere nell’ambito delle attività di promozione e vendita, a prezzi elevati, di prodotti connessi alla propagazione del virus Sars-Cov-2, svolte da venditori terzi su piattaforma web, consistenti in particolare nella pubblicazione di inserzioni per la vendita di mascherine filtranti e kit test per l’autodiagnosi, connotate da claim relativi all’asserita capacità di prevenzione rispetto al contagio da Covid-19 o di rilevazione del virus nel sangue umano».
L’aggravante dei controlli mancanti e della scarsa trasparenza sui venditori
L’Autorità ha inoltre contestato il fatto che non venissero indicate in modo chiaro le informazioni relative alle identità dei venditori dei prodotti pubblicizzati on-line. Il marketplace in questione, inoltre, non ha prontamente messo in atto azioni concrete per evitare la vendita di prodotti dubbi nel primo periodo della pandemia, come fatto da altre società di e-commerce. «Per tale motivo – spiega D’Ambrosio Lettieri – l’Antitrust ha effettuato una differente valutazione che, in questo caso, ha portato ad irrogare una così rilevante sanzione al marketplace in questione».
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