FarmaciaVirtuale.it ha raccolto il punto di vista di Bruno Mozzanega ginecologo alla clinica ostetrica universitaria di Padova, che collabora da tempo con Gian Luigi Gigli, deputato che ha depositato una proposta di legge per introdurre l’obiezione di coscienza in materia di aborto anche per i farmacisti.
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Perché a suo avviso è necessaria l’obiezione di coscienza per farmacisti come chiede il parlamentare Gigli?
In realtà diciamo che non so se sia necessaria una legge specifica per consentire ai farmacisti di esercitare l’obiezione di coscienza. Mi spiego: sarebbe sufficiente dire che determinati farmaci non prevengono il concepimento, ma prevengono la creazione di un ambiente idoneo allo sviluppo di un figlio già concepito. Se fosse stabilita una volta per tutte questa verità non ci sarebbe bisogno di alcuna legge, perché ad oggi nessuno è tenuto a somministrare farmaci che provocano l’aborto. E ricordo che esistono sentenze anche recenti che confermano la necessità di tutelare la vita umana sin dal principio della stessa.
E la libertà delle donne di scegliere come comportarsi di fronte ad una gravidanza?
Tutte le donne hanno ha disposizione la legge 194, che consente loro di effettuare le proprie scelte. L’unico obbligo è quello di affrontare un colloquio con un ginecologo, che ha il compito di aiutare a superare le cause che porterebbero a scegliere la strada dell’aborto. Dopo questo colloquio dissuasivo, può in ogni caso scegliere di interrompere volontariamente la gravidanza. Detto ciò, è chiaro che è preferibile evitare di andare incontro alla gravidanza stessa: esistono gli anticoncezionali, e una legge, la 405 del 1975, offre una definizione chiara di quella che è la procreazione responsabile.
Quali sono i farmaci che secondo lei un farmacista dovrebbe poter rifiutarsi di dispensare?
Parliamo del Norlevo® e dell’Ellaone. Oggi sono presentati come anti-ovulatori, ma in realtà proprio nei giorni più fertili non impediscono l’ovulazione, bensì la creazione del “terreno fertile” nell’utero, adeguato ad ospitare il concepito. Agiscono dunque in quanto post-concezionali.
Non teme però che fornire meno alternative legali alle donne, anche farmacologiche, possa aumentare gli aborti clandestini?
Esistono due metodi di controllo delle nascite: quelli che prevengono e quelli che agiscono dopo. Norlevo® e Ellaone fanno parte della seconda categoria. Sono considerati come anti-ovulatori solo per renderli eticamente accettabili. Tra il 1993 e il 2007 in effetti c’è stato un aumento del 40% degli aborti spontanei. Una crescita non giustificata scientificamente, che tra le teenager arriva al 70%. Penso che questo aumento nasconda una grande quantità di aborti clandestini.
La soluzione è perciò rendere più difficile l’uso della pillola dei cinque giorni dopo?
No, perché è chiaro che le donne potrebbero comprarlo su internet e farlo arrivare ad esempio dal Regno Unito.
Perciò cosa propone?
Occorre una grande campagna informativa che faccia comprendere quali sono i giorni fertili, che faccia conoscere il meraviglioso sistema di riproduzione umano e che induca ad agire responsabilmente al momento della procreazione.
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