Durante il Congresso Asco 2025, BeOne Medicines ha illustrato i risultati aggiornati dello studio di Fase 3 Sequoia, focalizzandosi sui Bracci C e D. I dati hanno messo in luce come zanubrutinib, sia in monoterapia che in combinazione con venetoclax, abbia dimostrato un profilo terapeutico solido nei pazienti con leucemia linfatica cronica, inclusi quelli con mutazioni ad alto rischio come la delezione del cromosoma 17p (del17p) o alterazioni del gene TP53. Nel Braccio D, la combinazione dei due farmaci ha ottenuto una sopravvivenza libera da progressione (Pfs) del 92% a 24 mesi e un tasso di risposta globale (Orr) del 97%. Il 59% dei pazienti ha raggiunto una Malattia minima residua non rilevabile (Umrd) nel sangue periferico, indicando una risposta profonda e duratura.

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Terapia a tempo limitato e remissione sostenuta

Un aspetto rilevante emerso dallo studio è la possibilità di interrompere il trattamento in alcuni pazienti che hanno raggiunto Umrd, mantenendo la remissione clinica. Undici pazienti hanno sospeso la terapia precocemente, e nove di questi sono rimasti in remissione senza necessità di ulteriori trattamenti. Nel Braccio C, che ha valutato zanubrutinib in monoterapia in pazienti con del(17p), il follow-up mediano a 65,8 mesi ha mostrato che il 72,2% dei pazienti era ancora libero da progressione a 60 mesi. Il tasso di sopravvivenza globale (Os) è risultato dell’85,1%, confermando la sostenibilità dei benefici nel tempo.

L’impegno di BeOne nel far progredire la pipeline

Lai Wang, Ph.D., responsabile globale di ricerca e sviluppo di BeOne, ha osservato che «nonostante molti studi di prima linea sulla leucemia linfatica cronica abbiano escluso popolazioni di pazienti con caratteristiche di malattia ad alto rischio, BeOne ha incluso tali pazienti nello studio Sequoia. Quasi l’88% dei pazienti con del(17p) eo TP53 trattati con zanubrutinib più venetoclax rimane libero da progressione a 36 mesi, un risultato senza precedenti per un regime di associazione di 2 farmaci in questa popolazione di pazienti difficile da trattare. I nuovi dati dello studio Sequoia rafforzano la versatilità di zanubrutinib nell’intero spettro dei pazienti con leucemia linfatica cronica e riflettono l’impegno di BeOne nel far progredire una pipeline creata per soddisfare le esigenze insoddisfatte dei pazienti e migliorare lo standard di cura».

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