Il Servizio sanitario nazionale si trova di fronte a sfide per garantire il diritto universale alla salute. In tale scenario, una ricerca condotta dall’Associazione nazionale farmaci di automedicazione (Assosalute), parte di Federchimica, in collaborazione con l’istituto di ricerca Swg, ha rilevato l’importanza di promuovere maggiore consapevolezza dei cittadini riguardo alla propria salute e alle possibili soluzioni di cura, al fine di evitare sprechi di risorse e accessi impropri al sistema pubblico. Secondo quanto emerso «medici di medicina generale e farmacisti restano i primi interlocutori di salute sul territorio, a partire proprio dai più comuni disturbi di salute: le farmacie si confermano presidi sanitari diffusi e capillari e, in molti casi, rappresentano un fondamentale hub informativo per orientarsi tra i servizi e le prestazioni sanitarie possibili e per risolvere malanni quotidiani mentre il medico di famiglia resta una figura chiave, un riferimento costante per la malattia e la cura delle famiglie italiane».
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Modello di presa in carico universalistico garantito dal Ssn
Come osservato dalla sigla del comparto «nel quadro di un percorso di dialogo con le istituzioni e, soprattutto, di responsabilizzazione dei cittadini in merito alla gestione della propria salute, Assosalute ha voluto offrire il proprio contributo al dibattito sull’accesso alle cure e alla sostenibilità del modello di presa in carico universalistico garantito dal Servizio sanitario nazionale, in virtù della esistente collaborazione con i principali referenti per la salute dei cittadini e delle diverse iniziative portate avanti con i suoi partner per favorire l’alfabetizzazione sanitaria quale elemento fondamentale per una presa in carico della salute a iniziare dalle scelte sul piano individuale».
Automedicazione importanza crescente
Dunque, secondo Assosalute «il settore dei farmaci di automedicazione assume e potrà assumere in futuro un’importanza crescente, promuovendo un approccio alla salute e all’uso dei medicinali più autonomo e consapevole da parte dei cittadini. In una sanità in evoluzione, il ricorso ai farmaci di automedicazione rappresenta così una soluzione concreta per ridurre la pressione sul sistema, contribuendo alla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale. Il 70% degli italiani è in grado di identificare il bollino rosso sorridente che contraddistingue i farmaci da banco e 2 italiani su 3 sanno che i farmaci di automedicazione non necessitano di prescrizione medica. Questo indica una buona conoscenza della popolazione riguardo alle caratteristiche e all’uso appropriato di questi medicinali, evidenziando quanto l’educazione sanitaria sia importante per promuovere una corretta gestione della propria salute».
Risposte di cura appropriate e tempestive
Michele Albero, presidente di Federchimica Assosalute, ha rilevato che «da questo scenario emerge con chiarezza un quadro dove il territorio esprime un potenziale reale di assistenza che può davvero contribuire a un Servizio sanitario nazionale più capace nel dare risposte di cura appropriate e tempestive là dove queste si manifestano. Questo può avvenire anche grazie a un approccio più maturo delle persone nelle scelte di salute e cura di disturbi lievi, grazie anche al supporto, dimostratosi ancora una volta irrinunciabile, di farmacisti e medici di famiglia».
Sviluppare modelli di presa in carico
Secondo Albero «occorre quindi favorire lo sviluppo di modelli di presa in carico da parte dei referenti territoriali, per un equo accesso alle cure e prossimità dell’assistenza, incrementare le campagne di informazione e educazione al cittadino sui temi della salute, così da accrescere la cultura sanitaria del Paese, e, non da ultimo, favorire un appropriato allargamento dell’offerta di farmaci di automedicazione per rispondere in modo appropriato alla crescente responsabilità dei cittadini nelle decisioni che riguardano la propria salute, contribuendo, al contempo, a una maggiore sostenibilità del sistema pubblico».
«Pandemia ha ulteriormente dato risalto al ruolo del farmacista»
Andrea Mandelli presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), ha sottolineato che «la pandemia ha ulteriormente dato risalto al ruolo del farmacista, da sempre riconosciuto dai cittadini, ma anche all’interno del dibattito politico- istituzionale come presidio di prossimità per la salute dei cittadini. La crescente attenzione alla salute e alla qualità della vita si è accompagnata a una vera e propria ‘esplosione’ di informazioni, che spesso risultano confuse o contraddittorie. Il nostro compito oggi è fare chiarezza, offrendo ai cittadini un punto di riferimento solido e affidabile, non solo per guarire, ma per migliorare la propria salute e prevenire le malattie. Con medici, infermieri e tutti i professionisti della salute, lavoriamo per rispondere in modo integrato e concreto ai bisogni della popolazione».
Maggiore attenzione dei cittadini ai percorsi di salute
Per Anna Lisa Mandorino, segretario generale di Cittadinanzattiva, «c’è un grande bisogno di alfabetizzazione sanitaria. È molto positivo che, dopo il covid, i cittadini siano più attenti ai loro percorsi di salute e abbiano maggiore consapevolezza sull’uso responsabile dei farmaci. C’è comunque ancora tanto da fare per accrescere consapevolezza ed informazione, ad esempio nell’ambito del corretto uso degli antibiotici, per contrastare in particolare l’antimicrobico resistenza. Per questo la collaborazione con Assosalute è fondamentale».
Distribuzione capillare delle farmacie sul territorio
Michele Pellegrino Calace, Tesoriere di Federfarma, ha commentato i dati presentati: «Studi recenti, come quello di Swg, confermano una popolazione sempre più consapevole della propria salute e dei farmaci di automedicazione, con un alto livello di fiducia nelle farmacie. È significativo che le farmacie siano distribuite capillarmente su tutto il territorio nazionale, anche nelle aree economicamente meno vantaggiose, grazie al sistema della pianta organica, spesso frainteso ma fondamentale per garantire l’accesso ai servizi. Un altro dato rilevante è l’87% degli utenti che indicano una farmacia di fiducia, elemento che rafforza il ruolo di vicinanza e affidabilità delle farmacie per le nostre comunità».
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