Si è svolta a Roma mercoledì 29 luglio 2020, presso la sede dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), la presentazione del Rapporto sull’uso dei farmaci durante l’epidemia Covid-19. La presentazione, trasmessa in modalità streaming, ha visto la presenza di Nicola Magrini, direttore generale dell’Aifa, che ha aperto i lavori. Sono intervenuti Patrizia Popoli, presidente della Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia, Silvio Brusaferro presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, Giuseppe Ippolito, presidente dell’INMI Spallanzani e Gianni Rezza, direttore generale della Direzione prevenzione del ministero della Salute. Hanno moderato Luca Richeldi, dell’Università Cattolica di Roma e Francesco Trotta, responsabile del settore Hta ed economia del farmaco dell’Aifa.

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«Il rapporto – evidenzia l’Aifa – si compone di tre sezioni che approfondiscono le diverse modalità di erogazione dei farmaci: il canale degli acquisti diretti, cioè dei medicinali direttamente acquistati e dispensati presso le strutture del Servizio sanitario nazionale (Ssn); gli acquisti presso le farmacie territoriali pubbliche e private rimborsati dal Ssn tramite ricetta; quelli privati a carico dei cittadini, prevalentemente per i farmaci di classe C».

Più nel dettaglio, «si compone di tre sezioni che approfondiscono le diverse modalità di erogazione dei farmaci: il canale degli acquisti diretti, cioè dei medicinali direttamente acquistati e dispensati presso le strutture del Servizio Sanitario Nazionale (SSN); gli acquisti presso le farmacie territoriali pubbliche e private rimborsati dal SSN tramite ricetta; quelli privati a carico dei cittadini, prevalentemente per i farmaci di classe C».

«Il Rapporto sull’uso dei farmaci durante l’epidemia Covid-19 – evidenzia Magrini – è un prodotto dell’OsMed che definirei il ‘flagship tool’ dell’Aifa, attivo ormai da 20 anni grazie alla collaborazione con l’Iss e altre Istituzioni italiane. La pubblicazione è stata elaborata in tempi record, con la stessa tempestività con cui Aifa ha dato risposta continua e rigorosa alla situazione di emergenza. Soprattutto durante l’emergenza – prosegue il dirigente – ci siamo resi conto di come solo gli studi randomizzati devono rappresentare uno standard di ricerca solido in grado di guidare la pratica clinica, come dimostra il caso dell’idrossiclorochina. È fondamentale anche ripensare la ricerca scientifica internazionale, perché solo da una visione sovranazionale è possibile trovare posizioni coerenti e sostanziale consenso sui trattamenti più utili».

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