una-farmacista-genovese-«vorremmo-offrire-più-servizi-in-parafarmacia«Mi chiamo Lara e, insieme alla mia socia Maria Ersilia, ho una parafarmacia a Genova, in prossimità della zona rossa, molto vicina a dove si trova quel che è rimasto del Ponte Morandi. Amo il mio lavoro e vorrei poterlo esercitare con tutti gli strumenti che potenzialmente potrei usare, ma non posso perché lavoro in una parafarmacia».

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A parlare è Lara Remondino, a nome dell’associazione UNaFTiSP, che torna sul tema dell’esercizio della professione di farmacista all’interno degli esercizi di vicinato. «La professionalità del farmacista – spiega – è nella persona che, con lo studio, l’esperienza e la sensibilità, si mette a disposizione del cliente, non nel luogo dove la esercita. Nell’UNaFTiSP ho trovato la volontà di unire le forze per dare voce al nostro disagio che peraltro si traduce nella difficoltà di tenere aperte le nostre attività commerciali, perché la crisi ha colpito e continua a colpire tutti, ma soprattutto chi ha meno strumenti per poter esercitare al meglio».

A ciò si aggiunge la nota tragedia del ponte autostradale crollato ad agosto: «La nostra parafarmacia si trova nel quartiere da sempre chiamato La piccola Parigi della Val Polcevera, quindi siamo praticamente isolate. Ma non voglio sfruttare questa disgrazia per avere visibilità. Voglio solo condividere il mio sentire in questo momento di maggiore vulnerabilità come farmaciste di parafarmacia».

La farmacista e la sua collega spiegano che, proprio in un momento di emergenza, durante il quale «il senso di comunità è più forte», vorrebbero «essere ancora più presenti ed efficaci nel servizio verso i nostri clienti, per esempio potendo offrire loro l’autoanalisi del sangue in parafarmacia, visto che gli ospedali sono in questo momento difficilmente raggiungibili, soprattutto per le persone anziane, o, in caso di emergenza, mettere a disposizione confezioni starter di farmaci importanti. Ci piacerebbe poter esprimere appieno la nostra professionalità con gli strumenti che ne completano l’efficacia, senza più vedere la delusione nel volto dei nostri clienti/pazienti dopo la consueta frase che ripetiamo ogni giorno: “Mi dispiace, non posso, questa è una parafarmacia”».

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