Il Gruppo Servier ha presentato al Congresso della Società europea di cardiologia (Esc), a Londra dal 30 agosto al 2 settembre 2024, i risultati dello studio clinico di Fase III Quadro. Il lavoro ha valutato l’efficacia e la sicurezza di una terapia a base di quattro farmaci antipertensivi combinati in un’unica pillola (single pill combination, Spc) nel trattamento di pazienti affetti da ipertensione resistente. Lo studio ha coinvolto 183 pazienti in 13 Paesi e ha confrontato la quadriterapia Spc con una triplice terapia alla massima dose tollerata.
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Risultati positivi per la quadriterapia Spc nello studio Quadro
Lo studio Quadro ha esaminato efficacia e sicurezza di un trattamento di otto settimane con quadriterapia a base di perindopril, indapamide, amlodipina e bisoprololo con una triplice terapia composta da perindopril, indapamide e amlodipina, alla massima dose tollerata. Come evidenziato, lo studio ha raggiunto l’endpoint primario di efficacia, con una riduzione significativa della pressione arteriosa sistolica di -20,7 Mmhg per la quadriterapia Spc, rispetto a -11,3 Mmhg per la triplice terapia (p<0,0001). Anche il monitoraggio ambulatoriale della pressione nelle 24 ore ha mostrato un miglioramento con la quadriterapia. Entrambi i trattamenti sono stati ben tollerati con profili di sicurezza simili e pochi eventi avversi riportati. Non si sono verificati eventi avversi gravi correlati al trattamento.
«Progresso importante per i pazienti affetti da ipertensione resistente»
Arnaud Lallouette, Executive Vice President, Global Medical and Patients Affairs di Servier, ha sottolineato che «i risultati dello studio Quadro rappresentano un progresso importante per i pazienti affetti da ipertensione resistente. La combinazione di quattro farmaci essenziali in un’unica pillola semplificherebbe il trattamento e migliorerebbe l’aderenza del paziente, che è fondamentale per prevenire le gravi complicanze legate all’ipertensione. In Servier riteniamo che questi risultati non solo forniscano un nuovo approccio alla gestione di una patologia difficile, ma riflettano anche il nostro più ampio impegno nell’affrontare il problema dell’aderenza dei pazienti su scala globale, con benefici per l’intero sistema sanitario».
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