farmacisti volontariLuca Matteo Galliano è responsabile della Colonna mobile nazionale della Protezione civile per i Farmacisti volontari. Quando lo raggiungiamo ci risponde da uno dei camper-farmacia che sono stati allestiti nei comuni colpiti dalle nuove scosse alla fine di ottobre. «Mi trovo a Visso – spiega a FarmaciaVirtuale.it – una delle zone più martoriate dal terremoto, e rimarrò qui ancora per alcuni giorni».

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Qual è la situazione dal punto di vista del servizio farmaceutico?

Possiamo dire piuttosto positiva. Il servizio è stato ripristinato in tutte le sedi, grazie alle cinque unità mobili che abbiamo utilizzato ad Accumoli, a Pieve Torina, a Norcia e a Caldarola. Oltre a quella da cui vi parlo. In cosa consiste il vostro apporto? Il nostro obiettivo principale è di aiutare i farmacisti locali a riprendere il loro lavoro. Il che significa dapprima avvalersi di strutture temporanee, come nel caso dei camper. Quindi occorre garantire un servizio permanente negli shelter.

Fino a quando prevedete di restare nelle zone terremotate?

Rimarremo qui con i nostri mezzi e i nostri uomini ancora per qualche giorno, proprio con l’obiettivo di fornire un supporto ai colleghi per la preparazione degli shelter, che devono essere attrezzati al fine di poter garantire il servizio farmaceutico a tutta la popolazione. Occorre sottolineare che i problemi sono molti: basti pensare anche solamente alle difficoltà che incontrano i farmacisti nel rientrare nei propri locali, accompagnati dai vigili del fuoco, per recuperare i materiali di cui hanno bisogno per lavorare.

Quanti farmacisti volontari sono impegnati attualmente, e con quali mezzi?

Le nostre unità mobili sono provviste delle dotazioni imposte dal protocollo, comprensive anche dei farmaci necessari per la cura di malattie croniche. In questo momento nelle aree terremotate sono presenti quattro squadre di farmacisti volontari, composte da tre uomini ciascuna. Quindi, in totale, abbiamo una dozzina di professionisti che lavorano incessantemente dall’ultima scossa. E che continueranno ad affiancare i farmacisti locali finché necessario.

Qual è l’umore dei colleghi locali?

Non così negativo, compatibilmente con la situazione. Hanno trovato un aiuto tempestivo per poter ripartire. Diciamo che 24 o al massimo 48 ore dopo il terremoto i farmacisti erano già in grado di ricominciare a lavorare. Questo non può che aiutare a risollevare lo spirito. Ma questa seconda ondata di scosse, soprattutto quella di domenica, ha lesionato gravemente molte strutture. Il territorio è pesantemente provato, e sono stati coinvolti comuni che non erano stati colpiti ad agosto.

Qual è il rapporto tra i farmacisti e la popolazione?

I farmacisti sono un autentico punto di riferimento, assieme ai medici di base, con i quali la collaborazione è ottima. La gente ci viene a cercare, ci chiede consigli. E quando capita di dover spiegare che un farmaco non è ancora disponibile, tutti dimostrano di comprendere la situazione. Perché vedono lo sforzo che stiamo facendo.

Da parte delle istituzioni c’è il supporto necessario?

Proprio ieri siamo stati con il presidente dell’associazione alla Direzione di comando e controllo della Protezione civile. È passato il capo del dipartimento Fabrizio Curcio, che si è fermato e ci ha tenuto a ringraziarci per il lavoro che stiamo svolgendo. Ciò dimostra l’importanza dell’apporto dei farmacisti in situazioni come questa: credo che l’Italia sia l’unico Paese ad aver integrato la nostra categoria nei protocolli di emergenza.

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