Risultati aggiornati dello studio clinico di Fase 3 Cartitude-4, presentati in occasione del congresso annuale dell’American society of hematology, hanno messo in luce i benefici duraturi della terapia cellulare ciltacabtagene autoleucel in una specifica popolazione di pazienti affetti da mieloma multiplo. I dati, relativi al follow-up mediano di 33,6 mesi, hanno indicato che l’80,5% dei soggetti con malattia recidivata o refrattaria e profilo citogenetico standardizzato a rischio ordinario ha mantenuto una sopravvivenza libera da progressione a 30 mesi dopo una singola somministrazione della terapia a base di cellule Car-T. L’impiego della strategia terapeutica è stato valutato a partire dalla seconda linea di trattamento. L’analisi ha coinvolto 59 pazienti con caratteristiche di rischio standard all’interno di un gruppo più ampio di 176 individui trattati con cilta-cel nella fase precoce. In tutti i soggetti che avevano raggiunto una risposta completa con assenza di malattia minima residua a un anno dall’infusione, la condizione di assenza di progressione è stata mantenuta per l’intero periodo dei 30 mesi.

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Ruolo del sistema immunitario e profilo di sicurezza

Ulteriori analisi di tipo traslazionale presentate hanno esaminato la correlazione tra parametri immunologici e outcome clinico. I ricercatori hanno osservato che l’utilizzo di cilta-cel dopo una o due linee di terapia precedenti, rispetto a un impiego in fasi più avanzate, è associato a un differente profilo immunitario. In particolare, è stato riscontrato un incremento di linfociti T CD4⁺ naïve nel sangue periferico dei pazienti trattati precocemente. I dati suggeriscono un possibile collegamento tra un migliore stato di competenza immunitaria al momento del trattamento e una sopravvivenza libera da progressione più prolungata.

Per quanto concerne la sicurezza, il profilo osservato nel follow-up a lungo termine si è mantenuto coerente con quanto precedentemente documentato. Gli eventi avversi di grado 3 o 4 legati al trattamento sono stati comuni, con la citopenia come manifestazione più frequente. Tra gli eventi avversi specifici, la sindrome da rilascio di citochine ha interessato la maggior parte dei pazienti, mentre sono stati registrati casi di neurotossicità e paralisi dei nervi cranici. La mortalità non correlata a recidiva di malattia dopo un anno è stata riportata in una percentuale definita dei casi.

«Trattare i pazienti il prima possibile»

Jordan Schecter, M.D., Vice President, Research & Development, Multiple Myeloma, Johnson & Johnson Innovative Medicine, ha ricordato che «il nostro obiettivo è trattare i pazienti il prima possibile, quando si hanno maggiori possibilità di raggiungere una remissione a lungo termine. Con oltre 9 mila pazienti trattati in tutto il mondo, cilta-cel ha dimostrato di indurre un aumento significativo della sopravvivenza globale rispetto alle terapie standard».

L’impatto del trattamento

Ester in’t Groen, Emea Therapeutic Area Head Haematology, Johnson & Johnson Innovative Medicine, ha sottolineato che «la nostra missione è trasformare radicalmente il decorso del mieloma multiplo, non solo prolungando ma anche migliorando la vita dei pazienti. I dati presentati al Congresso Ash costituiscono un’ulteriore prova del potenziale di cilta-cel nel rispondere a questo bisogno. La correlazione tra rafforzamento della difesa immunitaria e tassi di sopravvivenza libera da progressione più lunghi rafforzano il nostro impegno a rendere disponibile questa terapia in linee di trattamento precoci, proprio dove abbiamo la possibilità di avere un impatto più significativo».

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