«In Sardegna la telemedicina diventa realtà: sono già oltre 150 in poco più di un mese i pazienti che hanno aderito al servizio di telemedicina “scompenso cardiaco” implementato dalla Asl di Nuoro con il coordinamento dell’Azienda regionale della salute (Ares) Sardegna». È quanto ha fatto sapere l’organizzazione territoriale, la quale ha reso noto che «il servizio sarà a regime con 400 pazienti assistiti da remoto, coinvolgerà mille over 65 affetti da scompenso cardiaco residenti nei comuni appartenenti alla Asl Nuoro, con previsione di ulteriore estensione ad altre malattie croniche come diabete e broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco)». La Asl Nuoro è così una delle prime realtà d’Italia a mettere a sistema in modo organico la telemedicina, integrandola nel percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale (Pdta) dello scompenso cardiaco, tra le principali cause di ospedalizzazione e disabilità negli anziani. Obiettivo, secondo quanto riferito, è «realizzare una gestione efficace della patologia sul territorio e garantire la continuità assistenziale ai pazienti a domicilio in post-dimissione, aspetti particolarmente rilevanti in una zona, come quella della provincia nuorese, formata da comuni di piccole dimensioni e localizzati in aree interne e montuose».

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Come funziona il servizio di telemedicina dell’Asl di Nuoro

Quanto ai dettagli relativi all’erogazione del servizio, la struttura «si avvale di una centrale tecnologica, integrata ai sistemi informativi ospedalieri, che gestisce in telemonitoraggio i pazienti, dotati di un kit domiciliare di dispositivi che rilevano i parametri vitali (frequenza cardiaca, pressione arteriosa, tracciato Ecg, ecc.) e, tramite smartphone dotato di connettività Internet, li inviano alla piattaforma cui accedono gli specialisti cardiologi e gli altri professionisti coinvolti nella presa in carico». Dunque «in caso di criticità, il personale sanitario interviene proattivamente, individuando il percorso più appropriato per il singolo assistito: dalla predisposizione di una visita di controllo, anche mediante videocomunicazione, all’invio di un infermiere di comunità al domicilio del paziente per un approfondimento diagnostico in collegamento remoto con i servizi specialistici ospedalieri». Questo modello assistenziale per la presa in carico dell’assistito cronico è reso possibile grazie all’integrazione tra le soluzioni tecnologiche e i servizi sviluppati di Cgm Telemedicine, divisione di CompuGroup (Cgm) Medical Italia specializzata nello sviluppo di tecnologie nell’ambito della telemedicina, a cui si aggiunge Ebit, società del gruppo Esaote leader nel settore dell’information technology medicale, e Sof, società controllata da Fincantieri Infrastructure specializzata nella gestione dei servizi integrati di ingegneria clinica.

Integrazione col territorio e gestione delle cronicità

Paolo Cannas, direttore generale dell’Asl 3, ha spiegato che «la telemedicina è uno dei capisaldi posti in essere dall’azienda sociosanitaria locale di Nuoro, nata il 1° gennaio 2022. Una sfida particolarmente innovativa, perché realmente integrata col territorio e orientata alla gestione delle cronicità, connotata da una forte impronta multidisciplinare e multiprofessionale, grazie al coinvolgimento attivo sia di professionisti ospedalieri (la Cardiologia-Utic dell’Ospedale San Francesco) che territoriali, tra cui medici di famiglia, infermieri domiciliari e di comunità e operatori della Centrale operativa territoriale (Cot). Una progettualità che, tra l’altro, inizia finalmente a rendere Nuoro nuovamente attrattiva per i futuri professionisti».

Risposta concreta ai bisogni di salute della popolazione

Alberto Pravettoni, General Manager Cgm Telemedicine, ha mostrato la propria soddisfazione, «perché ci sembra di aver dato una risposta molto concreta ai bisogni di salute della popolazione. L’integrazione delle tecnologie delle diverse aziende coinvolte ci ha consentito di dar vita a un sistema di vera telemedicina, con attività di telemonitoraggio e telerefertazione, integrato con i sistemi informativi dipartimentali e regionali e realmente apprezzato dalla popolazione. È proprio dal gradimento espresso dai pazienti e dai professionisti sanitari che possiamo dire di aver contribuito allo sviluppo di un servizio utile, altamente innovativo e, auspichiamo, replicabile anche in altre aree del Paese per imprimere un’accelerazione ai progetti di riforma e rafforzamento della sanità territoriale».

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