
La farmacista spiega di aver «riflettuto a lungo» prima di prendere la decisione: «Ho aspettato per vedere se qualcuno molto più autorevole e rappresentativo di me avesse deciso di promuovere qualche iniziativa simile, ma a tutt’oggi non mi risulta nulla di tutto questo». «Quando un farmacista consegna un farmaco fuori orario – prosegue – non è un distributore automatico che eroga meccanicamente un prodotto qualunque: con 7,50 euro il paziente paga una soluzione ad un problema, indicazioni corrette sull’uso e sulle dosi di un farmaco, conforto e sostegno in un momento di difficoltà, l’opportunità di rimediare ad una propria dimenticanza. Poiché tutti hanno il diritto di veder riconosciuto il lavoro straordinario, e il farmacista è un professionista laureato ed abilitato che svolge un lavoro notturno obbligatorio, non si capisce bene perché debba farlo gratis. In nome di quale legge o regola non scritta». Nel merito dell’aumento, Bianca Peretti osserva: «Nella Tariffa nazionale del 1993 il diritto di chiamata notturna ammontava a lire 7.500, convertito in euro fa 3,87. Nel 2017 lo stesso diritto è di 7,50 euro: davvero si tratta di una rapina?». Quindi conclude ricordando che «la legge impone per il risarcimento civile della diffamazione il tentativo di mediazione obbligatoria: mi piacerebbe molto se il signor Greggio, il signor Ricci e Mediaset SpA aderissero all’incontro formale. Vorrei veramente capire perché mi giudicano una ladra quando svolgo il mio lavoro, straordinario obbligatorio, durante le ore notturne, per 7,50 euro a chiamata».
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