La Tariffa nazionale per la vendita al pubblico di medicinali è stata aggiornata: il tavolo che ha coinvolto le principali associazioni di categoria dei farmacisti ed il governo ha completato dunque i propri lavori. A renderlo noto è il ministero della Salute, attraverso un comunicato nel quale si sottolinea che «dopo quasi 25 anni è stata approvata la nuova tariffa nazionale per la vendita al pubblico dei medicinali. Con un decreto ministeriale firmato il 22 settembre 2017 il ministro della Salute ha adeguato le tariffe vigenti alle fluttuazioni dei costi di produzione. È stato possibile raggiungere questo importante e atteso traguardo grazie al lavoro svolto da un Tavolo tecnico al quale hanno partecipato rappresentanti di Fofi, Ferderfarma, Asfi, Assofarm, Farmacie unite, Sifap e Utifar».
Il ministero sottolinea come, attraverso il decreto, venga «individuato il metodo di determinazione del prezzo per la preparazione estemporanea e integrale in farmacia dei medicinali per uso umano e veterinari, che tiene conto del costo delle sostanze, dei costi di preparazione e soprattutto della professionalità dei farmacisti». Il provvedimento, in particolare, stabilisce che «non è consentito quotare una sostanza a un prezzo diverso da quello indicato nella Tabella, anche quando sia stata impiegata una sostanza contraddistinta da marchio registrato». Inoltre, per le sostanze non comprese nell’elenco, «l’attuale criterio del raddoppio del prezzo viene sostituito dal prezzo di acquisto, determinando un contenimento del prezzo finale del farmaco, con conseguente risparmio di spesa per il paziente».
Sono stati inoltre aggiornati gli importi dei diritti addizionali: «È stato soppresso il diritto addizionale diurno per le farmacie urbane e rurali e previsto solo per quelle rurali sussidiate; per quanto attiene invece ai diritti addizionali notturni, è stato aggiornato il relativo importo per le farmacie urbane e rurali e per le rurali sussidiate». Infine, il decreto stabilisce che «i prezzi così determinati non possono essere incrementati in alcun caso e conferma lo sconto, nella misura del 16%, in favore degli enti pubblici o privati aventi finalità di assistenza e beneficenza, tenuti per legge, regolamenti, contratti collettivi, statuti o tavole di fondazione, alla dispensazione dei medicinali agli aventi diritto, escluso comunque il Servizio sanitario nazionale». La necessità di adeguare la tariffa era nata nello scorso mese di giugno, dopo che il ministero aveva inserito in tariffa la sostanza costituita da cannabis infiorescenze, fissandone il prezzo a 9 euro al grammo. Un valore considerato da molti farmacisti non sufficiente a garantire la realizzazione delle preparazioni magistrali, senza finire per effettuare il lavoro “sottocosto”. Ora il provvedimento ministeriale – i cui dettagli potranno essere analizzati una volta che esso sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – promette dunque di tenere conto del lavoro dei farmacisti, attraverso un nuovo metodo di determinazione dei prezzi.
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