«Un europeo su cinque intervistato auspica un rapido ritorno alla normalità nella seconda metà di quest’anno senza gravi crisi finanziarie, incluso un terzo dei serbi», «quasi uno su quattro ritiene che l’attuale pandemia avrà conseguenze positive», mentre «quasi tre su 10 temono che il futuro porterà ulteriori pandemie che potrebbero avere implicazioni come restrizioni sui viaggi». Sono in estrema sintesi i risultati emersi dallo Stada Health Report 2020, documento pubblicato a cura di Stada, società tedesca specializzata nella produzione di farmaci generici e da banco, la quale rende noto di aver erogato oltre 6.200 interviste in sei paesi europei, di cui circa 2.000 tra febbraio e marzo 2020 e oltre 1000 ad aprile.
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Secondo quanto emerge dal lavoro di analisi «il grado di ottimismo per un rapido ritorno alla normalità senza una grave crisi finanziaria varia tra i sei paesi del sondaggio». Nel dettaglio «mentre questa opinione è condivisa da un 33% di serbi, in Germania e nel Regno Unito, con il 15% ciascuno, le persone sono più scettiche. Allo stesso tempo, tuttavia, molti britannici – si legge nel documento – credono anche che la corona avrà un effetto positivo in quanto presteremo maggiore attenzione ai nostri simili in futuro (27%) – supponendo che si abbia meno probabilità di condividere in Italia ( 15%) e Russia (16%)».
Un dato di evidente risalto è l’apprezzamento espresso dagli intervistati nei confronti del personale medico: «Una conseguenza positiva della crisi – si legge nella pubblicazione -, che si è manifestata in tutta Europa, è un riconoscimento significativamente maggiore per l’importante lavoro che medici, infermieri e colleghi svolgono quotidianamente. In totale, il 44% degli europei afferma di avere un maggiore rispetto per le prestazioni degli operatori sanitari. In Italia e Spagna, due paesi fortemente colpiti dal Covid-19, questa cifra è addirittura superiore alla metà (Italia 51%; Spagna 52%)».
«Indipendentemente da ciò che il futuro porterà – conclude il rapporto -, il 16% degli europei è giunto a una conclusione individuale su come si prepareranno: in futuro avranno sempre una cassa di medicina ben riempita. Ad aprire la strada in questo senso sono i russi (20%) e le persone nel Regno Unito (19%). E mentre solo un europeo su dieci ha previsto di affidarsi maggiormente in futuro all’automedicazione, il quadro era molto diverso tra i sei paesi partecipanti. In Italia solo il 6% intendeva rivolgersi a più rimedi OTC. Ma la Spagna era il doppio della media al 20%».
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