La spesa farmaceutica netta convenzionata con il servizio sanitario nazionale risulta ancora in calo: nel 2015 essa si è infatti ridotta dell‘1,4% rispetto all’anno precedente. È inoltre diminuito il numero delle ricette (-2,2%), e si registra un’inversione di tendenza per quanto riguarda il valore medio netto delle ricette, che è aumentato nel 2015 dello 0,8% (lordo: +1,1%).
I dati sono stati riportati e commentati da Federfarma, che sottolinea: «Le farmacie continuano a dare un rilevante contributo al contenimento della spesa, oltre che con la diffusione degli equivalenti e la fornitura gratuita di tutti i dati sui farmaci SSN, con lo sconto per fasce di prezzo, che ha prodotto nel 2015 un risparmio di oltre 500 milioni di euro, ai quali vanno sommati circa 70 milioni di euro derivanti dalla quota dello 0,64% di cosiddetto pay-back, posto a carico delle farmacie a partire dal 1° marzo 2007 e sempre prorogato, volto a compensare la mancata riduzione del 5% del prezzo di una serie di medicinali. A tali pesanti oneri si è aggiunta, dal 31 luglio 2010, la trattenuta dell’1,82% sulla spesa farmaceutica, aumentata, da luglio 2012, al 2,25%».
Essa, spiega l’associazione di categoria dei titolari di farmacia, «ha comportato, per le farmacie, un onere quantificabile nel periodo in esame in oltre 195 milioni di euro. Complessivamente, quindi, il contributo diretto delle farmacie al contenimento della spesa, nel 2015, è stato di quasi 770 milioni di euro». Per quanto concerne la quota di partecipazione a carico dei cittadini, la sua incidenza sulla spesa lorda è aumentata lievemente, dal 13,4 al 13,7%: «Complessivamente i cittadini hanno pagato oltre 1,48 miliardi di euro di ticket sui farmaci, di cui più del 64% (dato AIFA) dovuto alla differenza di prezzo rispetto al farmaco equivalente meno costoso», aggiunge Federfarma.
Infine, in tema di consumi, nel 2015, nell’ambito dei medicinali in regime di SSN «i farmaci per il sistema cardiovascolare si sono confermati la categoria a maggior spesa, pur facendo segnare una diminuzione sia dei consumi (-0,3%) sia soprattutto della spesa (-1,4%), a seguito del maggior utilizzo di medicinali a brevetto scaduto di prezzo più basso». I più prescritti risultano invece gli inibitori della pompa acida (farmaci per gastrite, ulcera, reflusso gastrico), che tuttavia fanno segnare un sensibile calo dei consumi (-2,5% rispetto al 2014). In generale, la specialità medicinale più prescritta, anche nel 2015, è stata la Cardioaspirina (farmaco antiaggregante), nonostante il calo delle prescrizioni (-0,8% rispetto al 2014), seguita dal Dibase (farmaco per le carenze di vitamina D), in forte crescita (+17,5%). In salita anche il Lasix (diuretico) e Pantorc (farmaco antireflusso e antiulcera).
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