Un trend complessivamente positivo si registra per tutte le categorie di farmaci e prodotti venduti in farmacia. Lo conferma l’analisi elaborata da Federfarma sull’andamento della spesa farmaceutica nel 2022, un anno nel quale, secondo i dati rilevati da Iqvia, il fatturato totale del settore, attestatosi a 25,84 miliardi di euro, ha registrato un incremento del 4,5% rispetto al 2021. Il valore maggiore è rappresentato dal comparto etico che, con 14 miliardi di euro (+2,2%), costituisce il 55,5% del fatturato complessivo della farmacia. L’area commerciale e l’automedicazione hanno invece raggiunto 11,5 miliardi di euro, mettendo a segno un incremento del 7,6%. L’aumento della spesa accomuna tutte le Regioni, a eccezione di Umbria (-4,9%), Campania (-1,9%) e Valle d’Aosta (-0,2%). Nel 2022 si riscontra anche un aumento della Distribuzione per conto (Dpc) del 9,4%, un trend dovuto all’ampliamento dei farmaci erogati in farmacia avviato con l’emergenza sanitaria.
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La spesa farmaceutica convenzionata
I dati Federfarma mettono in luce un aumento dell’1,2% della spesa farmaceutica netta a carico del Servizio sanitario nazionale (Ssn). «Questo dato – spiega la Federazione – è il frutto di una combinazione di fattori e, cioè, di un aumento del 2,1% del numero delle ricette Ssn, mediamente di valore più basso rispetto al 2021 (netto -0,9%; lordo -0,9%), in quanto, pur contenendo medicinali di prezzo leggermente più alto rispetto al 2021 (+0,1%), presentano mediamente un minor numero di confezioni per singola ricetta (-1,1% rispetto al 2021)». Nel 2022 il numero delle prescrizioni è stato pari a circa 569 milioni, con una media di 9,63 ricette per cittadino. Le confezioni di farmaci vendute a carico del Ssn hanno raggiunto 1 miliardo e 57 milioni, in aumento dell’1%. In merito alla spesa farmaceutica convenzionata, Federfarma sottolinea che «le farmacie continuano a dare un rilevante contributo al contenimento della spesa (oltre che con la diffusione degli equivalenti e la fornitura gratuita di tutti i dati sui farmaci Ssn), garantendo un risparmio complessivo pari a circa 536 milioni di euro, posti a carico delle farmacie sotto forma di sconti per fasce di prezzo, pay-back volto a compensare la mancata riduzione del 5% del prezzo di una serie di medicinali, trattenuta dell’1,82% sulla spesa farmaceutica, aumentata, da luglio 2012, al 2,25%».
La spesa per gruppi Atc di primo livello
Sul totale della spesa nazionale 2022, la quota maggiore (30,28%) è costituita da farmaci per il sistema cardiovascolare, seguiti da quelli per l’apparato gastrointestinale e il metabolismo (19,71%) e da quelli per il sistema nervoso (14,46%). Tra le variazioni più significative rispetto al 2021, spicca l’aumento della spesa per gli antimicrobici generali per uso sistemico, salita del 15,82% (+18,83% il numero delle confezioni). Un altro incremento sopra la media si riscontra per il gruppo Atc sistema muscolo-scheletrico (+3,74% la spesa e +3,87% a unità). Quanto ai principi attivi, si evidenzia un incremento del 25,4% della spesa per l’amoxicillina triidrato/potassio clavulanato, mentre è diminuita del 5,46% quella per il lansoprazolo. Tra i dieci principi attivi più prescritti lo scorso anno, troviamo il bisoprololo fumarato (con un’incidenza sul numero di confezioni del 3,87% e un aumento del 4,31% rispetto al 2021), il pantoprazolo sodico sesquidrato (3,48%, +0,78%) e l’acido acetilsalicilico (3,15%, +1,02%).
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