Ho appreso con vivo stupore della mozione con cui la CRUI umilia, di fatto, intere categorie di laureati magistrali di area sanitaria non medica, cancellando con un colpo di spugna il faticoso lavoro bipartisan svolto in questi anni dal Parlamento per assicurare a migliaia di specializzandi lo stesso trattamento economico attribuito ai medici per la frequenza dei corsi di specializzazione. Non solo farmacisti, ma anche biologi, veterinari, chimici, psicologi, odontoiatri cui viene richiesta obbligatoriamente, esattamente come ai medici, la formazione specialistica con stesso impegno e stessi doveri, ma senza eguali diritti, cioè senza accesso alla borsa di studio.
La Crui vorrebbe ripristinare l’antefatto – lasciando nella più assoluta incertezza normativa migliaia di studenti e ponendoli in una situazione di disparità incomprensibile e inaccettabile, considerata la peculiarità essenziale e non sostituibile di queste figure professionali nell’ambito dell’area di riferimento – attraverso la richiesta di abrogazione del comma 1, art. 8 della Legge n. 401/2000 che, invece, ne equiparava giustamente i percorsi anche da un punto di vista economico e vanificando, conseguentemente, le disposizioni del DM 4 febbraio 2015, n.68.
In buona sostanza, la Crui ritiene di “rimuovere le cause che sono alla base del blocco dei bandi di formazione specialistica per i laureati magistrali non medici che ne hanno inalienabile diritto” non ottemperando a quello stesso diritto. Questo atteggiamento desta ancora più sconcerto se si pensa al ruolo della Crui racchiuso paradossalmente nelle parole dello stesso presidente Manfredi “per una nuova Primavera delle Università: la chiave è attrarre i giovani e consolidare il ruolo della Università come motore dello sviluppo”. I destini di quegli stessi giovani cui pure la stessa Crui riconosce “l’inalienabile diritto” alla remunerazione sarebbero totalmente pregiudicati.
Ci dispiace dirlo, ma evidentemente ci deve essere stata qualche confusione di fondo tra primavera e inverno se la funzione della associazione da lui guidata è stata tradita in pieno con una mozione censurabile nel metodo, attesa la completa assenza di sensibilità politica e istituzionale nelle procedure eseguite senza farsi carico di consultare i direttori delle scuole di specializzazione e i direttori di dipartimento interessati. E anche nel merito, essendo i contenuti irricevibili, umilianti, irresponsabili, sciatti, contraddittori e carenti anche del necessario confronto con la volontà politica, acclarata, di riportare il diritto inalienabile alla formazione specialistica dei laureati non medici di area sanitaria nell’alveo della pari dignità.
Piuttosto che esercitarsi in improbabili slalom normativi, il presidente Guido Manfredi si preoccupi e poi si occupi concretamente di come attrarre i giovani e di contrastare la lenta agonia delle Università italiane, in particolare di quelle del Mezzogiorno fortemente discriminate nella iniquità delle risorse e che, come hanno evidenziato i dati degli ultimi dieci anni (con il 20% in meno di immatricolazioni rispetto al 2004-2008, con le tasse più alte d’Europa e con non proprio entusiasmanti performance a livello internazionale), perdono sempre più attrattività, determinando un impoverimento irreversibile di giovani risorse”.
Lo dichiara in una nota il sen. d’Ambrosio Lettieri (CoR), componente Commissione Sanità Senato.
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