La quasi totalità delle sigle in rappresentanza dei farmacisti titolari di parafarmacia, in particolare Fnpi, Mnlf, Culpi, Federfardis e Lpi, ha diramato un comunicato congiunto nel esprimono perplessità su quanto stia accadendo in seno alla Fofi. Come noto, lo scorso settembre 2018, si era svolto un incontro tra il Comitato centrale della Federazione e le rappresentanze dei farmacisti che operano negli esercizi di vicinato. Nel corso di tale confronto la Fofi aveva preso atto delle posizioni elaborate dalle sigle partecipanti, auspicando la prosecuzione dei lavori e l’approfondimento dei temi emersi nel corso di tale giornata. Tuttavia, solo alcune sigle avevano rinnovato l’impegno per dare seguito ad ulteriori approfondimenti per l’analisi delle problematiche del settore.

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A distanza di alcuni mesi, gran parte delle sigle in rappresentanza dei farmacisti titolari di farmacia, ha ribadito che, nonostante gli abbandoni delle varie sigle, «tale tavolo, non legittimato e non rappresentativo, destinato dunque a esaurirsi, è proseguito con l’unica sigla rimasta», invitando la Fofi a fornire chiarimenti su «numerose segnalazioni pervenute circa la presentazione alla politica di tale tavolo, sfiduciato, minoritario e non legittimato, come rappresentativo della realtà delle parafarmacie italiane». Cosa che, se confermata, secondo le sigle, sarebbe «una grave interferenza non autorizzata in alcun modo nel dialogo inerente le parafarmacie». A rafforzare ciò, le sigle ribadiscono la decisione di «intraprendere o proseguire ogni forma di dialogo politico e istituzionale», tuttavia, «senza alcuna mediazione da parte dell’Ordine, che non sembra offrire su tali questioni le necessarie garanzie di imparzialità». Infine, concludono che «nessuna delle suddette sigle vorrebbe procedere a diffide ufficiali, tuttavia tale opzione verrà valutata nel caso ne fosse ravvisata la necessità».

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