sigaretta-eletteronicaBOLZANO Sigarette elettroniche, un business che fa gola a tanti e che sta facendo discutere. Da una parte farmacisti e tabaccai, dall’altra i negozi specializzati che hanno creduto e trovato la gallina dalle uova d’oro. L’ultima novità le vuole in farmacia, trattate con le regole dei farmaci se contengono tabacco oltre la soglia di tolleranza di 1 milligrammo. È questo infatti il punto, inserito nella direttiva tabacco approvata nei giorni scorsi dai ministri della Salute Ue, che ha scatenato reazioni e dubbi. Per il nostro ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che richiama il parere espresso recentemente dal Consiglio Superiore di Sanità, le sigarette elettroniche non dovrebbero essere collocate tra i farmaci, anche quando si superino determinati livelli di nicotina, anche se è necessario dare avvertenze ai cittadini sull’uso di queste sostanze. Il ministro, che aveva già annunciato nei giorni scorsi e a breve una ordinanza al riguardo «conforme al parere del Consiglio superiore della sanità», esprime tutti i suoi dubbi su questo punto insieme al collega francese con cui ha appena chiesto ulteriori approfondimenti. E vediamo cosa pensano della questione i farmacisti altoatesini. Luca Collareta – presidente di Federfarma (Federazione dei titolari di farmacia italiani) parla di una questione molto delicata. «Solo noi possiamo vendere i prodotti a base di nicotina e parlo di cerotti, gomme da masticare, farmaci ecc. anche per questo la direttiva Ue mi trova concorde. Continuare senza una precisa regolamentazione sarebbe stato sbagliato». Scusi… non crede così di scippare di un business i negozi specializzati? «Sicuramente potrebbe sembrare così ma va anche detto che i negozi si sono infilati in un buco legislativo che andava colmato. Non credo che la loro perdita sarebbe grave perchè continuerebbero comunque a vendere atomizzatori e le essenze alle erbe che sono la maggiorparte». Giampaolo Rella, titolare del negozio in franchising di Corso Italia, ha trasformato in lavoro un’esperienza personale. «Il problema è uno solo. A nessuno interessa veramente la salute degli italiani, tutti puntano al business. Tutti i negozi specializzati stanno facendo un lavoro serio, ci siamo appassionati ed interessati ad un settore che prima non esisteva e adesso che funziona farmacisti e tabaccai ce lo vogliono scippare. Non è giusto e non è corretto». Intanto l’Italia aspetta l’ordinanza del ministero che dovrebbe avere tempi molto brevi, si parla già dell’inizio di luglio e che sarà basata appunto sul parere del Consiglio superiore della Sanità secondo cui la “e-cig” con nicotina non può essere considerata un farmaco. Spetterà comunque all’ordinanza, spiegano dal ministero, «stabilire i limiti di pericolosità e declinare tutto quello che deve o non deve essere vietato». Con un occhio ai giovani e al boom di questi ultimi mesi che ha visto raddoppiare il giro di affari delle “e-cig” in Italia (comprese quelle che emettono aromi senza nicotina). Tra le misure previste ci dovrebbero essere il divieto ai minori e nelle scuole, sul quale si erano già detti d’accordo i produttori di sigarette elettroniche. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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