Le società Chiesi Farmaceutici e Gossamer Bio hanno annunciato lunedì 6 maggio 2024 la stipula di un accordo di collaborazione e licenza globale per lo sviluppo e la commercializzazione di seralutinib. Come spiegato dalle realtà globali, la collaborazione «coniuga i punti di forza di Chiesi e di Gossamer, per supportare l’attività in corso nel campo dell’ipertensione arteriosa polmonare (Pah) e accelerare gli sviluppi nel campo dell’ipertensione polmonare associata a malattie polmonari interstiziali (Ph-Ild), con l’obiettivo di espandere la produzione e la commercializzazione di seralutinib per raggiungere il maggior numero di pazienti affetti da ipertensione polmonare in tutto il mondo».
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I benefici per i pazienti
Con riferimento ai punti di forza derivanti da questa partnership, le azienda hanno spiegato che «i pazienti beneficeranno sia della comprovata esperienza di Chiesi a livello globale nello sviluppo e commercializzazione di trattamenti di patologie nell’area delle malattie respiratorie, delle malattie rare e degli inalatori, sia dei team di eccellenza di Gossamer specializzati nello sviluppo e nella commercializzazione nella Pah e Ph-Ild».
Il potenziale della terapia e il cambio di paradigma
Secondo Giuseppe Accogli, ceo del Gruppo Chiesi, «seralutinib è una terapia che rappresenta un potenziale cambio di paradigma nella Pah e della Ph-Ild, siamo veramente lieti di collaborare con Gossamer per sviluppare e offrire questo trattamento ai pazienti di tutto il mondo. Gossamer, condivide l’impegno di Chiesi nell’utilizzare l’innovazione per promuovere la salute e il benessere delle persone in tutto il mondo e siamo orgogliosi di aggiungere questa collaborazione come pilastro per la nostra ulteriore crescita».
L’impatto sullo studio clinico di fase 3
Per Faheem Hasnain, co-founder, chairman e ceo di Gossamer, «questa collaborazione con Chiesi ci permette di rafforzare e accelerare in modo significativo il nostro investimento su seralutinib come potenziale trattamento per la Pah, la Ph-Ild e altre aree in cui esistono bisogni clinici non ancora soddisfatti. Siamo particolarmente entusiasti perché questa collaborazione consentirà a seralutinib di passare direttamente allo studio clinico di fase 3 in pazienti con Ph-Ild, una condizione medica per la quale esistono pochi trattamenti disponibili e per cui crediamo che seralutinib sia particolarmente indicato».
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