Nel diabete di tipo 2, proteggere la salute dei reni è una priorità clinica cruciale. Circa un paziente su due sviluppa, nel tempo, una forma di malattia renale cronica (Ckd), una condizione spesso silente nelle fasi iniziali ma capace di progredire fino all’insufficienza renale. Oltre a compromettere gravemente la qualità della vita, la Ckd aumenta in modo significativo il rischio di eventi cardiovascolari e mortalità prematura. Un nuovo studio osservazionale, da Columbia Data Analytics, in collaborazione con Bogazici University e City University of New York, ha evidenziato come il trattamento con semaglutide possa contribuire in modo significativo alla riduzione del rischio di eventi renali gravi nei pazienti con diabete di tipo 2.

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Struttura dello studio osservazionale

Lo studio ha preso in esame i dati di oltre 896mila pazienti trattati con semaglutide tra il 2019 e il 2024, confrontandoli con un gruppo di controllo esterno. Per garantire la comparabilità tra i gruppi, i ricercatori hanno applicato metodologie statistiche rigorose, tra cui il propensity score matching e la regressione di Cox. L’obiettivo era valutare l’impatto del farmaco sulla progressione della malattia renale in una popolazione rappresentativa di pazienti con diabete di tipo 2 e Ckd, replicando parzialmente le caratteristiche dello studio clinico Flow. L’esito primario dello studio era un parametro composito che includeva sia l’insorgenza di insufficienza renale, sia una riduzione di almeno il 50% della velocità di filtrazione glomerulare stimata (Egfr), un indicatore chiave della funzione renale.

Semaglutide riduce del 26% il rischio di eventi renali gravi

I risultati hanno mostrato che il trattamento con semaglutide è associato a una riduzione del 26% del rischio di eventi renali gravi, rispetto alla terapia standard. Tali eventi includevano sia un marcato deterioramento della funzionalità renale, sia l’insorgenza di insufficienza renale terminale. Questo dato non solo conferma i risultati precedenti, ma risulta lievemente superiore alla riduzione del 24% osservata nello studio clinico Flow. Il beneficio si è confermato solido anche nelle analisi di sensibilità, a dimostrazione della robustezza dei risultati indipendentemente dalle variabili demografiche e cliniche dei pazienti.

Un’opzione terapeutica con valore aggiunto oltre al controllo glicemico

Pur trattandosi di uno studio osservazionale e quindi soggetto ad alcune limitazioni metodologiche, l’ampiezza e l’eterogeneità del campione, in termini di età, etnia, condizioni cliniche e status socioeconomico, unite all’accuratezza dell’analisi statistica e alla coerenza con i risultati di studi clinici controllati, rafforzano la credibilità dei risultati Il professor Onur Baser, autore principale dello studio, conclude sottolineando che l’efficacia della semaglutide nel rallentare la progressione della malattia renale rappresenta un’opportunità concreta per migliorare la gestione dei pazienti con diabete di tipo 2, con potenziali ricadute positive sulle linee guida cliniche, sulle politiche sanitarie e sull’accesso alle terapie.

Dr. Paolo Levantino

Fonte: https://www.businesswire.com/news/home/20250616453677/en/New-Real-World-Study-by-Columbia-Data-Analytics-Confirms-Semaglutide-Significantly-Reduces-Kidney-Disease-Risk-in-Patients-with-Type-2-Diabetes

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