francesco-schito-assofarmIl futuro della farmacia potrebbe essere digitale. Lo confermano i dati emersi da un convegno tenuto a Cosmofarma da Ifarma e Dompé, le anticipazioni dell’assemblea generale dell’Unione Europea delle Farmacie Sociali (in programma ad Anversa il 28 e 29 settembre 2018), e anche le informazioni sui nuovi progetti italiani ed europei. A spiegarlo è Francesco Schito, segretario generale di Assofarm. In un articolo apparso sul notiziario dell’associazione di categoria, il dirigente osserva infatti che «la farmacia vede in tutto ciò che è Internet un grande spazio di arricchimento relazionale tra essa e il cittadino», sebbene il percorso sia «tutt’altro che scontato». Inoltre, «si stima che entro i prossimi tre anni il giro d’affari dell’e-commerce raggiungerà i quattro trilioni di dollari». Una sfida che anche la farmacia «deve accettare, e lo deve fare senza perdere il suo valore aggiunto, che la presidente del Sunifar Silvia Pagliacci a Cosmofarma ha ben riassunto in questa domanda: “Chi riuscirà a dare conforto al paziente nella dispensazione del farmaco? Le persone in farmacia manifestano spesso una sorta di fragilità e noi siamo in grado di aiutarle”. Una complessità relazionale di cui Amazon sembra essere ben conscia, dal momento che per ora rinuncia al mercato dei farmaci etici. È quindi lecito immaginare che il futuro dell’e-commerce in farmacia stia nelle sempre più diffuse pratiche “acquista online – ritira offline” (molto utilizzate dalla grande distribuzione tecnologica)». Più in generale, secondo Schito «se è vero che ogni giorno passiamo 109 minuti davanti allo smartphone e che lo interroghiamo per le più disparate necessità locali, la farmacia dovrà essere “prossima” anche in questa dimensione. L’ambito di lavoro saranno le chat online e i social network interattivi. Come tutto questo potrà convivere con la normale attività al banco sarà certamente un problema, ma è probabile che quelle farmacie che sapranno risolverlo potranno godere di un notevole vantaggio competitivo». In questo senso, vengono citati il progetto Phoebe, in Veneto, grazie al quale i cittadini possono prenotare in farmacia una visita specialistica, e le Pharmacies Populaires di Ginevra, in Svizzera, «che stanno sperimentando una trasformazione degli ambienti interni: cabine smart per il calcolo dei dati fisiologici, app dove trovare indicazioni sull’utilizzo di prodotti, programmi interattivi di educazione sanitaria». Tuttavia, per il dirigente di Assofarma la farmacia italiana rimane «arretrata» sul fronte digitale: «Colpisce il fatto che anche i giovani professionisti abbiano idee poco chiare su come sfruttare siti web e social media nella relazione col cittadino. Solo la metà dei farmacisti ha intrapreso una qualche azione di marketing digitale, e anche tra chi lo ha fatto regna il dubbio su come misurare i ritorni economici di questo investimento».

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