«L’attività galenica in farmacia non deve andare persa». Questo il parere convinto del farmacista titolare Nino Annetta, che ricorda il valore storico di questa pratica da sempre legata alla professione farmaceutica. «La galenica – dichiara Annetta a FarmaciaVirtuale.it – deve tornare a essere quanto più possibile un’attività diffusa e capillare, in grado di servire la gran parte della popolazione. Al di là di alcuni preparati particolari, come ad esempio i colliri, alcuni oncologici, ecc. che risultano molto costosi e complessi da allestire in farmacia, la galenica dovrebbe essere presente in tutti i presidi almeno per quei farmaci (e ce ne sono tanti) che non richiedono metodiche di preparazione estremamente sofisticate. Nel tempo, invece, la farmacia ha colpevolmente perso la passione per questa tradizionale attività, che rimane invece indispensabile per sopperire alla mancanza dell’industria nella preparazione dei farmaci orfani e per personalizzare i dosaggi dei medicinali, che solo la farmacia può fare».

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Galenica da sempre nel Dna dei farmacisti

Annetta, esperto di storia della farmacia, ricorda come in origine la galenica era la prima occupazione del farmacista. «La galenica è un atto professionale che non possiamo permettere vada perso – afferma il farmacista –, come accaduto con la fitoterapia. Quella che un tempo si chiamava attività erboristica veniva svolta solo in farmacia, finché questa ha smesso di occuparsene, determinando la nascita delle attuali erboristerie. Ora temo che la stessa cosa stia accadendo alla galenica a causa di un cambiamento culturale. Abbiamo perso quella che era la connotazione originale del farmacista e che è nel nostro Dna. Storicamente, quando Federico II distinse la farmacia dalla medicina, il farmacista era un galenico puro, non si occupava di altro che di preparare tutti i medicinali in farmacia perché ovviamente non esisteva un’industria farmaceutica. E così è stato fino all’era industriale, quando il farmacista è diventato dispensatore, che è un’altra cosa. Ma allora i tempi richiedevano velocità di esercizio e le tecnologie disponibili in molti casi non permettevano la preparazione degli stessi farmaci in laboratorio. Spesso non si poteva quindi fare altrimenti».

Il ruolo prezioso della galenica

Sono diversi i benefici che ancora oggi la galenica può offrire alla salute pubblica e al Servizio sanitario nazionale. «Sarebbe un grande peccato abbandonare la galenica, che svolge una funzione importante sotto diversi aspetti – sostiene Annetta –. Basti pensare a una delle caratteristiche principali di questa pratica, ovvero la personalizzazione del dosaggio che l’industria non può offrire dovendo mettere in commercio formulazioni standardizzate. Un paziente che necessita di un dosaggio personalizzato deve potersi recare nella farmacia sotto casa, non deve essere obbligato a recarsi a chilometri di distanza. Oltre ai benefici per i pazienti, la galenica porta anche grandi vantaggi al Servizio sanitario nazionale che attraverso il dosaggio personalizzato risparmierebbe diverse risorse economiche. Capita spesso, infatti, che si sprechino confezioni di farmaci nei vari tentativi di adeguare il dosaggio di un medicinale a un determinato paziente».

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