Dopo il giudizio di Venanzio Gizzi, presidente di Assofarm, sulla bozza di Convenzione tra Regioni e farmacie uscita dal tavolo di lavoro Sisac, definendola «una bozza sostanzialmente peggiorativa delle condizioni determinatesi durante il lunghissimo periodo di prorogatio di più di venti anni», la Federazione nazionale delle Farmacie Comunali, riunitasi per discutere le osservazioni alla bozza precedentemente concordate tra Federfarma e le stesse Farmacie Comunali, torna in tema ribadendo ancora una volta la necessità di interventi migliorativi.
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Secondo Assofarm infatti «la bozza di accordo presentata nei mesi scorsi dalla Sisac è certamente un primo passo verso una nuova Convenzione attesa da più di vent’anni ma necessita di maggiore convinzione nel porre il farmacista territoriale al centro del sistema distributivo nazionale». Al centro del dibattito rientrano i servizi cosiddetti «cognitivi», sulla base dei quali, secondo la Federazione, «il farmacista può e deve assumere a sé in un rinnovato e più efficace rapporto col paziente». A supporto di questa tesi, Assofarm ricorda che «esistono documentate esperienze europee di successo in grado di ispirare la Convenzione in tema di presa in carico del paziente».
Altro punto al centro della discussione della Giunta Federale riguarda «la convinzione delle farmacie private e comunali che la nuova Convenzione debba ricondurre al presidio territoriale la totalità dei farmaci distribuiti. Alla farmacia ospedaliera andrebbe doverosamente riconosciuta l’esclusiva di tipologie di farmaci che per ragioni strettamente tecniche è bene che vengano somministrate nel contesto nosocomiale». Per questo motivo «la valorizzazione della distribuzione per conto deve però avvenire in maniera armonica su tutto il territorio nazionale. Tale azione sarebbe un’occasione propizia per avviare una riduzione delle disparità attualmente presenti tra i diversi servizi sanitari regionali, situazione che da un punto di vista etico prima ancora che economico è cosa non più accettabile per il nostro paese».
La Federazione nazionale delle Farmacie Comunali si è detta convinta, infine, «che il rinnovo della Convenzione debba essere strettamente collegato anche con una Nuova Remunerazione del farmacista: è su quest’ultimo punto che, attraverso prospettive meritocratiche e di efficientamento della spesa pubblica, si possono generare le risorse in grado di sostenere i servizi cognitivi nella farmacia territoriale».
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