Dopo le critiche del presidente dell’Ordine dei farmacisti di Matera e delle sigle MNLF e CULPI, le proposte di riforma dell’Enpaf avanzate da Fofi, Federfarma e Fenagifar, con il sostegno di Assofarm, continuano a suscitare polemiche nella categoria. Ad intervenire è lo stesso presidente dell’ente previdenziale, secondo il quale «se l’obiettivo è quello di riformare la previdenza di categoria, come sostengono tutte le componenti della professione, allora bisognerebbe adottare comportamenti conseguenti e responsabili, senza scatti in avanti o scarti di lato. In questi ultimi giorni, invece, i secondi sembrano prevalere sui primi e in questo modo una strada che è di per sé già molto complicata rischia di diventare del tutto impraticabile». Il dirigente sottolinea in particolare che «non può sorprendere che la maggior parte delle critiche seguite al documento siano rivolte al rappresentante della Fofi, che ha deciso di dare il suo avvallo ad una iniziativa, certamente con buone intenzioni, ma inevitabilmente divisiva», continua Croce. Per lui, dunque, il tavolo «è irrispettoso non tanto delle prerogative istituzionali riservate alla Fondazione in materia, quanto dell’attività di analisi svolta sino ad oggi, con il contributo fondamentale di tutte le componenti della professione che hanno aderito al tavolo istituzionale promosso dall’Enpaf».
La Federazione Nazionale Associazioni Farmacisti Non Titolari (Conasfa) e il Sindacato Nazionale Farmacisti Non Titolari (Sinasfa), in un comunicato congiunto, hanno espresso infatti «stupore e disappunto in relazione all’incontro avvenuto tra Fofi, Federfarma e Fenagifar avente per oggetto la riforma previdenziale della nostra categoria». Secondo le due sigle, «istituire un tavolo “ufficioso” e non rappresentativo della categoria, al di fuori della sede naturale ed istituzionale dell’Enpaf, delegittima il ruolo super partes della Federazione degli Ordini, crea tensioni e divisioni all’interno della categoria e avalla i dubbi di quella parte dei colleghi che non si sono mai sentiti rappresentati dalla Fofi, considerandola solo un’espressione dei titolari».
È proprio la presenza del delegato della Federazione degli Ordini ad essere giudicata da Conasfa e Sinasfa «incomprensibile e marcatamente discriminatoria». Inoltre, le due associazioni sottolineano come la Fenagifar, presente alla riunione, sia stata «la sola tra tutte le componenti della categoria a non essersi mai presentata nemmeno alle singole audizioni dell’Enpaf, sottraendosi all’incontro e al confronto con l’ente che dice di voler riformare». In merito poi alle idee avanzate – proseguono – «ci sembra inutile sottolineare che le proposte scaturite da questo incontro, riportate sull’organo di informazione della Fofi, non rispecchiano le richieste dei farmacisti non titolari, i quali si riservano di discuterle solo ed esclusivamente ad un tavolo organizzato nell’unica sede istituzionale competente che è quella dell’Enpaf. Ci meraviglia inoltre lo zelo con cui nei vari articoli vengono citati i farmacisti collaboratori e la preoccupazione espresse per il loro futuro occupazionale e previdenziale. Ebbene, se realmente Fofi, Federfarma e Fenagifar hanno a cuore questi problemi, possono operare affinchè si firmi a breve un buon rinnovo del contratto con un equo e giusto aumento di stipendio e l’innalzamento al 2% della quota dovuta al titolare per la previdenza integrativa». La Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane, con il suo neo eletto presidente Matteo Branca, ha sottolineato che «si rischia di perdere un’altra occasione: la discussione sulla riforma Enpaf rischia di diventare terreno di scontro di antiche istanze, e sta facendo emergere dissapori istituzionali dissonanti rispetto all’obiettivo finale. Quello di una previdenza più equa, ragionevole, inclusiva, solidale, moderna».
Infine, critiche giungono dalla sigla LPI, a rappresentanza delle Libere Parafarmacie Italiane, presieduta da Ivan Giuseppe Ruggiero, che in una nota ribadisce l’inaccettabilità dell’assenza di Fedefarma ai tavoli per la riforma previdenziale, auspicando invece la fattiva collaborazione di tutte le sigle interessate e rinnovando la solidarietà al presidente dell’Enpaf Emilio Croce.
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