È disponibile il toolkit pubblicato dall’International pharmaceutical federation (Fip) dedicato alla riconciliazione farmacologica, attività finalizzata a ridurre al minimo i rischi di discrepanze terapeutiche a danno dei pazienti. Nel documento “Medicines reconciliation. A toolkit for pharmacists”, la Fip riconosce la necessità di avvalersi di uno standard e di un protocollo adeguatamente strutturato per guidare il farmacista nella riconciliazione dei farmaci durante l’assistenza sanitaria ambulatoriale e ospedaliera. Questo processo, come ampiamente sottolineato dalla Federazione, non può prescindere dello scambio di informazioni tra professionisti sanitari e tra professionisti e pazienti, coinvolgendo, se possibile, anche i loro parenti per reperire informazioni quanto più accurate possibili. Stando a quanto riporta la Fip, le difformità e gli errori terapeutici si verificano più frequentemente nei passaggi da un ambito di cura a un altro, per esempio dopo le dimissioni dall’ospedale o nel trasferimento da un reparto ospedaliero all’altro, portando a conseguenze anche molto gravi, come l’insorgere di malattie secondarie, un’ulteriore ospedalizzazione o addirittura il decesso.

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Gli errori più ricorrenti avvengono nel passaggio di terapia

Come evidenziano i dati e le ricerche inserite nel documento della Fip, gli errori più comuni nella riconciliazione dei farmaci avvengono nei passaggi tra ricoveri e dimissioni. Per evitarli, occorre organizzare un accurato scambio di informazioni tra farmacisti, altri operatori sanitari, pazienti e loro parenti. «La riconciliazione dei farmaci – sostiene la Fip – è fondamentale per garantire un’assistenza ai pazienti sicura ed efficace. Esistono più definizioni di questa attività, ma sostanzialmente essa consiste nel raccogliere informazioni complete sulla prescrizione attiva di un paziente e sull’uso di farmaci non soggetti a prescrizione, oltre a informazioni l’aderenza alla terapia e lo stile di vita. Raccogliere e registrare questi dati in modo completo consente ai medici di valutare i cambiamenti nella farmacoterapia durante transizioni di cura, riducendo in ultima analisi il rischio di errori terapeutici e di potenziali danni. Più specificamente, la riconciliazione dei farmaci è una strategia che mira a ridurre gli errori dovuti a discrepanze, come duplicazioni, omissioni, errori di dosaggio e interazioni farmaco-farmaco, che si verificano principalmente al momento del ricovero, trasferimento o dimissione dei pazienti».

I passaggi chiave della riconciliazione

Nel suo toolkit per i farmacisti, l’organizzazione internazionale propone un elenco di passaggi pratici da seguire per effettuare la riconciliazione della terapia farmacologia in modo razionale. Il primo step è cercare di ricostruire un elenco di farmaci che assume il paziente aggiornato, accurato e completo. Ciò include anche i medicinali non soggetti a prescrizione medica, i rimedi fitoterapici, gli integratori e altre terapie alternative o complementari. È poi necessario reperire informazioni su eventuali allergie, modifiche recenti alle terapie, conoscenza dei farmaci da parte dell’assistito, di cui è opportuno approfondire anche lo stile di vita (alimentazione, uso di fumo, alcool, droghe…). La gestione delle informazioni deve rientrare in un processo standardizzato e strutturato, individuando le responsabilità condivise tra farmacista e altri operatori sanitari (infermieri, medici o farmacisti in ospedale o nella comunità). La Fip raccomanda infine di eseguire il processo di riconciliazione anche in mancanza di strumenti e dotazioni tecnologiche avanzate, usando gli strumenti disponibili.

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