Come riportato da FarmaciaVirtuale.it, l’Unione tecnica italiana farmacisti (Utifar) ha presentato il secondo Bilancio Sociale delle farmacie italiane. La ricerca analizza numerosi dati raccolti tramite un’indagine sui titolari di farmacia e dall’esame dinamico dei dati statistici ufficiali. Ecco le principali informazioni raccolte, a cominciare da quelle relative ai ricavi: «Nel 2014, periodo di riferimento dello studio, il sistema delle farmacie italiane ha fatto registrare ricavi stimati in 18,7 miliardi di euro». Lo studio ha rilevato in particolare che «maggiori sono le dimensioni della farmacia, minori sono sia il peso del margine operativo lordo sui ricavi, sia il peso del reddito di impresa. Se per quest’ultimo parametro si calcola un’incidenza del 14,6% dei ricavi totali nel caso delle farmacie più piccole, si scende infatti all’8,2% per le strutture con più di 4 addetti: «Ciò indica che più grandi sono le farmacie in termini di addetti, di dimensioni e di fatturato, maggiore è l’investimento delle farmacie nel personale. Di conseguenza, minori risultano le percentuali di reddito d’impresa sui ricavi totali».
Il Bilancio Sociale spiega poi che nonostante la crisi il sistema “tiene” dal punto di vista occupazionale, con un numero di addetti ancora in crescita. «Meno positivo, invece, l’andamento dei bilanci. Il complesso delle farmacie non ha infatti ancora recuperato i livelli dei ricavi di vendita del 2008, anche se una lieve ripresa si può rilevare rispetto al 2012». Si sottolinea inoltre il fatto che «la crisi si è resa più evidente a partire dal 2011 ed è risultata in generale più pesante al diminuire del numero di addetti occupati, ossia per le farmacie più piccole». Queste hanno infatti subito un calo dei ricavi del 15,4%. In termini territoriali, invece, le farmacie dell’area meridionale e insulare risultano essere le più piccole sia per numero di addetti e dipendenti, sia per superficie occupata. Ciò appare evidente anche dalle voci di bilancio: «Le farmacie più redditizie sembrano essere quelle localizzate nel nord-est del Paese con un reddito d’impresa che nel 2014 risulta pari al 10,2% dei ricavi. L’esame condotto per ripartizioni geografiche ha poi mostrato che la perdita reale di reddito d’impresa per la farmacia media della ripartizione sud-isole raggiunge il -19,5% stimabile in circa 25 mila euro contro gli oltre 21 mila euro del nord-ovest (-16,1%), i quasi 18 mila euro delle farmacie del nord-est (-12,5%) e i poco meno di 11 mila euro dell’area centrale (-8,7% rispetto al 2008). Per quanto riguarda poi la prevenzione in farmacia, il Bilancio Sociale sottolinea che «almeno due terzi degli utenti giornalieri che si recano in farmacia lo fanno per ricevere consulenze sulla salute. Si tratta di almeno 800 mila cittadini al giorno. In questo senso, la farmacia offre una consulenza sanitaria gratuita che impiega 2 ore di lavoro al giorno per addetto, con un costo medio di 10 mila euro all’anno per addetto per farmacia». L’attenzione alla prevenzione va d’altra parte in questo senso: «Si tratta di un elemento strategico per le farmacie: oltre 7 su 10 hanno organizzato giornate consacrate a questa attività, e le ore mediamente dedicate sono cresciute notevolmente: 7,8 giornate in media nel 2013 contro le 10,3 attuali. Si stima che circa 4 milioni di cittadini abbiano fatto prevenzione delle malattie più comuni grazie alle farmacie: mediamente circa 32 persone si sottopongono a ciascuno dei molti test di prevenzione organizzati dalle farmacie. Tale attività comporta un evidente risparmio per il Ssn». Infine, il rapporto si concentra sul rapporto tra farmacia e territorio, sottolineando come le donazioni da parte delle farmacie siano state pari a 12 milioni di euro nel 2015, ai quali si aggiungono farmaci per un valore di 2 milioni. Inoltre, il sistema-farmacia «ha sponsorizzato eventi per 6 milioni di euro, mentre l’8% delle farmacie ha effettuato acquisti di prodotti da soggetti di interesse sociale». Senza dimenticare che «oltre la metà dei costi per i servizi delle farmacie vengono spesi nel territorio in cui la farmacia è insediata, generando un indotto economico che potrebbe essere stimato vicino ai 600 milioni di euro»
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