Proclamato uno sciopero dal sindacato di base per il 4 novembre
Il sindacato generale di base ha proclamato uno sciopero per la giornata di venerdì 4 novembre, garantendo il rispetto dei servizi minimi essenziali.
Il sindacato generale di base ha comunicato a Federfarma che uno sciopero si svolgerà nella giornata di venerdì 4 novembre 2016. Esso, è stato specificato, «sarà effettuato per ogni turno di lavoro», ma «rispetterà le franchigie e i servizi essenziali previsti per le varie categorie e i vari settori». Le motivazioni dell’agitazione sono particolarmente vaste: si passa dalla contrarietà alla «guerra che sta coinvolgendo l’Europa, il Medio Oriente e i Paesi dell’Africa», alla richiesta di «messa in sicurezza del territorio con bonifica dei siti inquinati». Ma si sciopererà anche «per la sicurezza nei posti di lavoro» e «contro l’accordo sulla rappresentanza del 2014 tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil» e «contro la politica economica e sociale del governo Renzi e dell’Unione europea» (in questo senso vengono citati in particolare il jobs act e l’abolizione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori). Ancora, tra le ragioni dell’iniziativa sindacale figurano «il blocco dei contratti pubblici e privati e l’individualizzazione del rapporto di lavoro», «le grandi opere dannose», e la richiesta «di redistribuzione del reddito attraverso consistenti aumenti salariali per tutti i lavoratori e pensionati, di rivalutazione delle pensioni, di riduzione degli anni per il diritto alla pensione, di tutela del diritto all’abitare contro la precarietà e il lavoro gratuito». Il 6 maggio scorso un altro sciopero era stato proclamato, in quel caso da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltuc-Uil, Uiltrasporti-Uil, che aveva coinvolto le farmacie. Federfarma aveva spiegato in quell’occasione che la decisione da parte dei rappresentanti dei lavoratori era stata determinata «dall’impossibilità, per tutti i comparti sopracitati, di giungere ai rispettivi rinnovi dei contratti nazionali». «Le vertenze – avevano aggiunto i sindacati – sono aperte ormai da oltre 36 mesi, superando nei fatti un’intera tornata contrattuale. Nonostante si siano svolti molteplici incontri con le diverse e rispettive compagini datoriali, non è stato possibile giungere alla sottoscrizione degli accordi di rinnovo».
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