Un’iniziativa assimilabile ad una vera e propria operazione di marketing, quella operata davanti un’istituto secondario, attraverso la distribuzione di volantini sulla “pillola del giorno dopo”, che ha provocato l’indignazione di Federfarma Verona, in rappresentanza dei farmacisti di Verona e provincia. A provocare l’alzata di scudi è la metodologia utilizzata, verso la quale l’Associazione storce il naso, essendo «un farmaco tanto particolare per la salute della donna, sia dal punto di vista concettuale sia da quello fisiologico».
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«Già siamo preoccupati per l’“abitudine” all’utilizzo da parte delle giovani donne di questo contraccettivo che dovrebbe essere solo ed esclusivamente emergenziale – spiega Arianna Capri, vicepresidente di Federfarma Verona – e sinceramente non ci sembra il caso di parlare “per strada” e senza il dovuto supporto tecnico scientifico di un argomento che coinvolge a pieno la salute della donna apportando una massiccia carica ormonale non certo priva di importanti controindicazioni». La dirigente fa riferimento ad un monitoraggio tenuto nello scorso ottobre, su un campione di 84 farmacie. Ebbene, «è emerso un aumento delle vendite del 700% del principio attivo Ulipristal acetato che è stato liberalizzato soltanto per le over18 mentre per le minorenni è necessaria la ricetta medica non ripetibile. Nei nostri interventi didattici presso gli istituti scolastici rileviamo quanto, soprattutto per la fascia di età degli alunni che frequentano le secondarie di secondo grado, sia necessaria la corretta informazione sui farmaci SOP (senza obbligo di prescrizione) che spesso vengono interpretati come più “leggeri e fruibili” e quindi da assumersi senza troppi approfondimenti in totale autonomia».
Dello stesso parere Matteo Zerbinato, segretario dell’Ordine dei farmacisti di Verona, secondo cui «vanno stigmatizzati comportamenti propagandisti di questo genere anche e soprattutto perché i medicinali in questione possono essere dispensati a soggetti minorenni esclusivamente dietro a presentazione di ricetta non ripetibile. Stimolare i giovani ad un utilizzo semplicistico ed incontrollato di farmaci così delicati è preoccupante per la salute pubblica in quanto rischia di disincentivare l’utilizzo del preservativo, visto dai giovani principalmente come strumento per evitare gravidanze indesiderate. Ricordiamo che l’Italia occupa solamente il 12° posto tra le nazioni europee nella classifica di utilizzo del profilattico, con una percentuale di non utilizzo che raggiunge picchi del 40% tra i minorenni (fonte Società Italiana della Contraccezione)».
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